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Il M5S non vota il decreto aiuti proposto da Draghi: è scontro tra i partiti

Draghi dispiaciuto per il no del M5S sul decreto aiuti

“La norma non è stata approvata dal M5S perché non c’è più un accordo sui poteri attribuiti al commissario del Giubileo”, questo quanto spiegato da Mario Draghi in merito all’astensione dei Cinque Stelle sull’approvazione del decreto Aiuti. “Siamo rimasti dispiaciuti ma mi auguro che non abbia conseguenze che si traducano in fibrillazioni, è un disaccordo che speriamo di superare in qualche modo”, ha aggiunto.

Il Movimento non accetta alcun compromesso. Il decreto introduce una norma che apre alla possibilità di realizzare un inceneritore a Roma e questo va contro la loro linea ecologica per cui si stanno spendendo da tempo.

Lo strappo grillino rischia di creare una maggioranza litigiosa, visti gli scontri con i dem, e di impantanarsi in una fase fondamentale in cui serve accelerare sulle riforme da cui dipendono i miliardi in arrivo dal Pnrr.

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Il M5S dice no al decreto di Draghi e nasce lo scontro

Nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri, su proposta di Mario Draghi, Daniele Franco, Roberto Cingolani, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini e Andrea Orlando, ha approvato un decreto-legge che introduce importanti provvedimenti in materia di politiche energetiche nazionali, ma anche sociali e di crisi ucraina.

È stato definito decreto Aiuti e nonostante l’assenza del voto del M5S, in dissenso per la creazione di un inceneritore a Roma, le decisioni non sono state modificate. Fonti di governo riferiscono che l’indicazione di non votare il Dl sarebbe arrivata proprio dal leader Giuseppe Conte. Questa sarebbe stata la scintilla che ha acceso il duro scontro con il Partito Democratico.

Durante il Cdm, il capodelegazione del Movimento, Stefano Patuanelli, ha chiesto a Draghi di stralciare la controversa norma che apre alla costruzione di un termovalorizzatore a Roma. Ma il premier non ha accettato lo scostamento. “Questo provvedimento è importante: è fondamentale dare un segnale al Paese in questa fase. Perché non lo votate e mettete agli atti la vostra contrarietà su questo punto specifico?”, questa è stata la controproposta di Draghi.

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La posizione dei Cinque Stelle, tuttavia, non è cambiata. “Il M5S non può accettare che la transizione ecologica sia solo declamata sulla carta e poi nei fatti annacquata. Tornare all’età della pietra autorizzando gli inceneritori, addirittura nella Capitale, per noi è del tutto irricevibile”, ha spiegato Michele Gubitosa, il vice di Conte.

Il no del M5S: la reazione dei partiti e di Draghi

La mossa dei pentastellati ha creato non poche liti all’interno della politica. Durante il Cdm, sono intervenuti Franceschini e Orlando per invitare i Cinque Stelle a tenere in considerazione la proposta di Draghi. “La politica deve dare un segnale di unità. Qui è in gioco l’interesse del Paese, dovreste votare”, ha spiegato Franceschini. Mentre Orlando: “Stiamo parlando di un provvedimento che va incontro a famiglie e lavoratori”. Ma Patuanelli è rimasto fermo sul no.

Matteo Salvini è intervenuto nello scontro: “Il M5S si conferma al di fuori del mondo. Il no al termovalorizzatore a Roma è una posizione contro il progresso, l’ambiente e le città pulite”. Anche Forza Italia ha espresso forti perplessità.

Mario Draghi, invece, ne ha preso atto ma non ha mai alzato la voce durante il confronto, pur rimanendo fermo nelle sue decisioni. “Governerò secondo il mandato del presidente della Repubblica”, insomma non consentirà alcun tipo di assalto alla diligenza.

 

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Editor: Susanna Bosio

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