Quiet luxury in crescita
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Quiet luxury in crescita

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Un settore inaspettatamente florido

Negli ultimi anni, funestati dalle conseguenze economiche della pandemia da COVID-19, della guerra in Ucraina e dall’aumento dei prezzi del gas, sarebbe lecito aspettarsi un rallentamento nella crescita delle aziende: così non è stato, invece, nel comparto moda. Il 2022, infatti, è stato un anno pieno di soddisfazione per gli imprenditori che fanno girare il fashion system. In particolare è stato il settore del lusso a restituire risultati più che soddisfacenti, soprattutto nella sottocategoria del cosiddetto quiet luxury.

Nel quiet luxury rientrano quei capi che non si fanno notare – e ostentare – per la presenza di loghi enormi, l’appariscenza dei colori o la particolarità dei tagli, ma che vengono scelti per il semplice fatto di godere di materiali di assoluto pregio e di fatture qualitativamente elevate. Si tratta spesso di capi la cui estetica trasmette un senso di raffinatezza e discrezione. quiet luxury in crescita

Sebbene si pensa che il mercato del lusso sia destinato a un rallentamento, ciò non vale per il quiet luxury: in uno scenario che estende globalmente le conseguenze economiche dei propri avvenimenti, solo la piccola percentuale degli straricchi avrà la possibilità di continuare a spendere con continuità. quiet luxury in crescita

L’incredibile performance di Hermés

Nel 2022 Hermès ha raggiunto il valore di mercato di 200 miliardi, posizionandosi dietro solamente al colosso LVMH, che gode però del contributo dei ben 75 marchi controllati. Il fatturato, pari a 11,6 miliardi (con una crescita del +29 % rispetto all’anno precedente), ha permesso al Direttore Esecutivo Axel Dumas di pensare fiduciosamente al futuro e mirare a una crescita perpetua. quiet luxury in crescita

Lo storico marchio ha dichiarato che non è solito operare scelte su basi finanziarie e che l’aumento dei prezzi che anche i suoi beni hanno subito è stato determinato dall’aumento del prezzo di costo del prodotto. Dumas ha attribuito il successo dell’azienda all’approccio nei confronti dei beni prodotti, per i quali si cerca la massima qualità e una durata quanto più possibile eterna: «Vorremmo produrre di più, ma la priorità è mantenere la qualità e i bei materiali, in particolare pelli d’eccellenza, per realizzare le nostre borse». Ed è per combinare queste caratteristiche con l’idea della crescita perpetua che l’azienda ha investito molto sul personale, assumendo oltre 2.100 persone nel solo 2022. quiet luxury in crescita

Il successo italiano di Zegna e Cucinelli

Dopo il rebranding, la quotazione in borsa e l’acquisizione della produzione di abbigliamento per Tom Ford, il Gruppo Zegna, che fa capo anche a Ermenegildo Zegna e Thom Browne, ha chiuso il 2022 con un fatturato di 1,49 miliardi e profitti per 65 milioni, in aumento di circa il +42 %. Questi risultati più che soddisfacenti hanno permesso all’AD Gildo Zegna di confermare le previsioni di una revenue di 2 miliardi nel 2025, favorite anche dall’indipendenza e l’agilità che contraddistingue l’azienda, se messa a confronto con altri marchi del lusso: «Produciamo solo menswear e siamo piccoli rispetto ad altri protagonisti del mondo del lusso. Riesco a vedere solo prospettive positive. Dobbiamo solo chiederci: quanto veloce vogliamo andare?».

Anche per Brunello Cucinelli il 2022 si è chiuso in positivo. Anzi, al meglio, dal momento che l’azienda può vantare i migliori risultati di sempre, con ricavi netti pari a 919,5 milioni e in aumento del +29,1 %, e che i profitti sono avvenuti – come nel caso di Hermès – rispettando i propri valori fondanti. Questo il commento del fondatore: «La cosa più importante però è come stiamo abbiamo raggiunto e raggiungeremo i nostri obiettivi, con un sano e giusto profitto. Non solo: da quando è scoppiata la pandemia, nel 2020, non abbiamo licenziato nessuno né abbiamo chiesto sconti a chi lavora per noi nella filiera. E abbiamo continuato a investire in progetti di sostenibilità sociale e ambientale, in Umbria e nel mondo». quiet luxury in crescita

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Brunello Cucinelli in compagnia di re Carlo III.

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