Netanyahu e il dopoguerra a Gaza: il piano del numero 1 israeliano
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Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2

Appare sempre più in difficoltà il governo di Israele. L’aggravarsi di una crisi interna che vede coinvolti il primo ministro Benjamin Netanyahu e alcuni suoi generali sarebbe dovuta a visioni politiche e militari agli antipodi.

Dopo la notizia rimbalzata sui media ebraici circa la presunta decisione di rassegnare le proprie dimissioni da parte di 3 ministri del Governo israeliano non meglio specificati, ecco ora la tensione crescente anche tra il leader israeliano e coloro che dovrebbero seguirne gli ordini, guidando l’eventuale attacco via terra nella striscia di Gaza.

Proprio tale scenario sembra intensificarsi ogni giorno di più, con la posizione di Netanyahu che viene messa in discussione e non è così salda come lo era all’inizio del conflitto. Se infatti l’esigenza iniziale dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre era quella di fare fronte comune e scendere in campo per il bene di Israele, ora la situazione parrebbe diametralmente cambiata.

Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2
Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2

È crisi ad Israele: Netanyahu da solo e a rischio dimissioni

Lo scenario è in costante evoluzione si, ma le voci che si susseguono da Israele sembrerebbero lasciare pochi dubbi circa la crisi che il governo ebraico sta affrontando al proprio interno. Il gabinetto politico israeliano in questo momento è letteralmente spaccato in due.

Se alcuni ministri avevano minacciato le dimissioni soltanto poche ore fa, in questo momento anche i generali e le frange più alte dell’esercito israeliano sarebbero decisamente scontente. La condizione all’interno dell’esecutivo in tale fase, già di per sé piuttosto convulsa, rischia ora di restare completamente paralizzata.

Da una parte il premier Benjamin Netanyahu sarebbe ormai propenso ad ascoltare gli inviti decisi provenienti dai leader internazionali, in particolare dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, di rimandare l’attacco via terra nella terra di Gaza.

Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2
Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2

Dall’altra però diversi generali israeliani si dicono insoddisfatti di una politica bellica ritenuta troppo attendista e poco coraggiosa. La primaria difficoltà dei comandanti dell’IDf israeliano è in particolare quella di tenere insieme e in attesa un gruppo gigantesco di riservisti.

Gli uomini e le donne richiamati a combattere per il proprio Paese hanno superato i 300 mila in pochissime ore, dopo i primi assalti islamisti del 7 ottobre scorso. Ora però queste truppe sono in attesa di ordini e spingono per avere al più presto il via libera verso Gaza. La situazione dunque è di forte paralisi, con il presidente Netanyahu invischiato in una palude politica dalla quale sembra impossibilitato ad uscire per il momento.

Netanyahu prende tempo ma (forse) perde il controllo politico

La pressione americana da un lato, l’indecisione su come procedere dall’altro. Benjamin Netanyahu ha ritardato l’invasione via terra della striscia di Gaza. Esigenza primaria e condivisibile è quella di poter trattare la consegna di altri ostaggi ancora nelle mani di Hamas, e dunque il mantenimento dello status quo sembrerebbe in tal senso la decisione più corretta da un punto di vista diplomatico.

Vero è però che all’interno dell’esecutivo ebraico le opinioni sono diverse, e c’è chi crede sia invece necessaria una mossa decisa per mettere fine ad un conflitto che prosegue ormai da 17 giorni. Lo stesso ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant sembrerebbe orientato verso posizioni meno attendiste e più decise.

Insieme ai generali pare infatti che il politico abbia sostenuto persino l’idea di un attacco forte in Libano contro Hezbollah, così da risolvere definitivamente almeno quella questione, in attesa di trattare sull’altro fronte con Hamas. Tutto stoppato da Netanyahu, che alcune voci interne al Governo dello stato ebraico avrebbe per questo definito “codardo”.

Con il gruppo di guerriglieri starebbero dialogando in modo costante e a tratti produttivo soprattutto gli Stati Uniti, che puntano alla liberazione di tutti gli ostaggi e cercano in tutti i modi di rallentare un’eventuale invasione israeliana di Gaza.

Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2
Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2

La posizione di “Bibi” Netanyahu appare così galleggiare su una barca decisamente poco solida. Da un lato è costretto a prendere tempo con i propri ministri e con i generali dell’esercito israeliano affermando che sono in atto trattative serrate condotte dagli Stati Uniti, dall’altro però deve creare pressione sugli stessi americani affermando di non poter rimandare ad oltranza l’invasione di Gaza. A chiedergliela infatti sarebbero il popolo israeliano e pure numerosi membri dell’esecutivo.

La situazione in cui al momento si trova invischiato il presidente Netanyahu appare dunque delicata e complessa. E se proprio per tale motivo un cambio al vertice dello Stato potrebbe non essere la decisione più saggia (seppure vi è il precedente del 1983), cominciano a rincorrersi le prime voci di dimissioni del premier, con Benny Gantz già identificato come possibile erede politico.

Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2
Scontro tra Netanyahu e i generali: Israele spaccato in 2

Conclusione: è scontro tra Netanyahu e i generali israeliani: il Paese è spaccato in 2

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