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Restrizioni Covid per i negozi: un settore bloccato da marzo 2020, oggi Dpcm per obbligo di Green Pass

Restrizioni Covid per negozi: oggi il Dpcm per i “Free Pass”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è pronto per firmare nella giornata di oggi il nuovo Dpcm contenente la lista di negozi esentati dall’obbligo di Green Pass dal 1° febbraio. Saranno, quindi, gli unici luoghi dove non sarà necessario esibire la certificazione da tampone negativo o da vaccino o da guarigione. Si tratta comunque di ulteriori restrizioni Covid per i negozi e gli esercizi di vario tipo.

Fin dall’inizio della pandemia, le realtà commerciali sono state bloccate da varie misure per contenere la pandemia. Ecco un excursus delle diverse chiusure introdotte negli ultimi due anni.

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Marzo 2020: le prime restrizioni Covid per i negozi

Tutto è iniziato in quel lontano 11 marzo 2020, quando un nuovo Dpcm del governo introduceva misure stringenti su tutto il territorio nazionale fino al 25 marzo. Nelle disposizioni si prevedeva la chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad accezione per i servizi pubblici essenziali e di vendita di beni di prima necessità. Venivano chiusi anche i centri commerciali e gli esercizi al loro interno. Oltre che bar, pub, ristoranti e attività artigianali di servizio come parrucchieri ed estetisti.

Il 25 marzo venivano poi rinnovate le sospensioni delle attività commerciali eccetto quelle necessarie alla reperibilità di generi alimentari e di prima necessità.

Il 18 maggio 2020 ha poi segnato una svolta nel Paese, dopo il lungo lockdown a cui tutti sono stati costretti causa pandemia. Il nuovo Dpcm del Consiglio del Ministri prevedeva una serie di misure per la ripartenza, tra cui la riapertura delle attività commerciali, produttive e sociali. Sempre nel rispetto delle norme volte a limitare il contagio tra i clienti.

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Nuova ondata: le restrizioni Covid per i negozi

In seguito alla nuova risalita dei contagi, nell’autunno 2020 il nuovo decreto del 7 ottobre introduceva restrizioni per regolare le attività commerciali e private. Il 3 novembre, invece, il governo divideva le Regioni italiane in tre diversi scenari epidemiologici con l’adozione di misure più o meno restrittive.

Nella zona rossa, a differenza di quella gialla o arancione, si introduceva nuovamente una forma di lockdown. Gli esercizi commerciali, quindi, venivano di nuovo costretti alla chiusura. Questo tipo di sistema è stato utilizzato durante tutti i primi mesi del 2021, quando i casi Covid erano in costante crescita specialmente in alcune Regioni.

Solo tra giugno e ottobre 2020, 73mila imprese, che pesano per il 4% dell’occupazione, hanno dichiarato di essere chiuse. 55mila di queste prevedevano di riaprire, ma 17mila no.

Ma nel mondo del lavoro, la crisi del Covid ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi. Infatti, tra febbraio 2020 e agosto 2021 l’Italia ha perso ben 470mila occupati. Di questi, 378mila sono lavoratori indipendenti.

Quarta ondata: obbligo di Green Pass

Nell’attuale fase dell’emergenza pandemica, caratterizzata dalla quarta ondata Covid, non si sono applicate forme di lockdown sul territorio. Grazie, infatti, all’introduzione dei vaccini si sono mantenute le aperture delle attività commerciali.

Proprio da oggi, 20 gennaio, il Green Pass di base (da tampone negativo) viene richiesto obbligatoriamente per accedere ai servizi alla persona, come parrucchieri, barbieri o estetisti. Ma siamo ancora in attesa del Dpcm che istituirà dal 1° febbraio i luoghi “Free Pass“, quindi tutti gli esercizi dove non sarà obbligatorio il Green Pass (di base o rafforzato).

 

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Editor: Susanna Bosio

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