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Referendum giustizia, i quesiti: testo e significato del quarto sui membri laici dei Consigli giudiziari

Referendum giustizia: il quarto dei cinque quesiti – Ecco cosa propone

Tra meno di due settimane, domenica 12 giugno, gli Italiani aventi diritto di voto saranno chiamati a votare per i cinque quesiti dei referendum abrogativi sulla giustizia. La validità di un referendum abrogativo, che chiede quindi di eliminare una parte o l’intero testo di una legge, è riconosciuta solo in presenza del quorum, cioè al raggiungimento dei voti della maggioranza della popolazione (50%+1). Inoltre, affinché la norma in oggetto sia abrogata, il 50%+1 dei voti dovrà essere a favore del ““.

Di seguito, si approfondiranno il testo e il contenuto del quarto quesito dei cinque totali che ci verranno proposti in sede di voto. In questo caso, si propone di modificare le competenze appartenenti ai membri laici (docenti universitari e avvocati) dei Consigli giudiziari. Ad oggi, infatti, la valutazione della professionalità dei magistrati viene effettuata esclusivamente dai magistrati stessi che compongono i Consigli, e non dai membri laici.

Per conoscere il testo e il contenuto dei primi due quesiti, clicca nei link di seguito: Referendum giustizia: il testo e il significato del primo quesito sulla legge Severino   –   Referendum giustizia, i cinque quesiti: il testo e il significato del secondo sulle misure cautelari   –   Referendum giustizia: testo e contenuto del terzo quesito sulla separazione delle carriere dei magistrati  –  Referendum giustizia, i quesiti: testo e significato del quarto sui membri laici dei Consigli giudiziari  –  Referendum giustizia: testo e contenuto del quinto quesito sulle candidature per il Csm

Referendum 12 giugno 2022: il quarto quesito (scheda grigia)

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Il quarto quesito referendario propone di abrogare l’articolo n.16 del decreto legislativo n. 25/2006, che disciplina le competenze dei membri non togati dei Consigli giudiziari distrettuali. Questi Consigli giudiziari ricalcano il modello del Csm e sono formati da magistrati e da “membri laici”, ovvero avvocati e docenti universitari.

I Consigli giudiziari formulano pareri sull’organizzazione e il funzionamento degli Uffici giudiziari e vigilano sulla condotta dei magistrati con pagelle relative all’avanzamento della loro carriera. Ad oggi, i membri non togati hanno una limitazione alle loro competenze, e cioè non possono prendere interamente parte alle deliberazioni sulla professionalità dei magistrati.

Nello specifico, il quarto quesito chiede di eliminare dagli articoli 8 e 16 del decreto tali limitazioni, consentendo ai membri laici di acquisire la competenza di formulare pareri rispetto alla professionalità dei magistrati.

Referendum giustizia, i quesiti: cosa succede se si vota Sì al quarto

Se la maggioranza dei voti sarà per il ““, anche avvocati e docenti universitari all’interno dei Consigli giudiziari potranno partecipare alla valutazione dell’operato dei magistrati.

Votando “Sì”, dunque, si va incontro alle necessità dei promotori del referendum di rendere più oggettivi e meno autoreferenziali i giudizi dati all’operato dei magistrati. Essi ritengono, infatti, che la sovrapposizione tra chi controlla e chi viene controllato renda meno verosimili le valutazioni. Al contrario, aprirle a soggetti esterni all’ordine giudiziario le renderebbe meno condizionate dalla logica corporativa.

Referendum giustizia, i quesiti: cosa succede se si vota No al quarto

Se la maggioranza dei voti sarà per il “No“, si manterranno le limitazioni già in vigore applicate alle competenze dei membri laici all’interno dei Consigli giudiziari.

Votando “No”, dunque, ci si allinea con gli oppositori al referendum. Secondo loro, la partecipazione dei membri non togati alle pagelle dei magistrati è del tutto irrilevante al miglior funzionamento della giustizia. Essi sostengono che non sia opportuno che a docenti o avvocati sia affidata la funzione giudiziaria nei confronti di magistrati di cui, nei processi, rappresentano la controparte.

Il rischio è che un magistrato si possa trovare di fronte all’avvocato che potrà poi esprimere un parere sulla propria carriera professionale, magari con una valutazione preconcetta o ostile.

 

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Editor: Susanna Bosio

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