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Conferenza di pace o di guerra? L’Europa al bivio

Conferenza di pace a luglio per porre fino alla guerra tra Russia e Ucraina, considerazioni da tenere in conto.

Conferenza di pace o di guerra? L’Europa al bivio

Da qualche giorno rimbalza da un organo d’informazione all’altro la notizia secondo cui l’amministrazione ucraina starebbe lavorando ad un vertice di pace in cui esporre chiaramente agli alleati e agli Stati che al momento non si sono ancora schierati i propri termini per una “pace giusta e duratura”. Il presidente Zelensky aveva esternato l’idea in occasione della sua visita al G7 tenutosi in Giappone nelle settimane scorse, ora pare che si stia muovendo qualcosa di concreto.

Per questo motivo verranno recapitati una serie di inviti pesanti, difficili da rifiutare. L’ambizione di questo tentativo consisterebbe nel forzare principalmente Cina e Brasile a condannare l’invasione in modo netto ed a isolare quindi il Cremlino nella sua logica distruttiva. I due giganti summenzionati, infatti, hanno finora ignorato le richieste ucraine e appoggiato una formula di pace, quella cinese, che sostanzialmente congela lo status quo, favorendo naturalmente la Russia.

Altri attori di primissimo piano che dovranno necessariamente essere coinvolti per relegare ulteriormente lo zar all’angolo della scena internazionale sono India, Emirati Arabi, gli altri Paesi del Brics, i “fortini” rossi di Venezuela e Cuba, sopratutto, i Paesi Africani, su cui la Russia ha cercato di giocare in anticipo incassando l’importante appoggio del Sudafrica.

Nessun incontro al vertice

Il termine vertice di pace o conferenza di pace non è rispecchia esattamente la realtà dei fatti, dal momento che l’altro attore bellico, la Russia–oramai quasi unanimemente riconosciuta come Paese aggressore–non verrà invitata, dal momento che le posizioni tra gli due schieramenti sono incolmabili. La Russia, oltre alla ratifica dei territori occupati in guerra richiede la demilitarizzazione dell’Ucraina ed il suo ritorno ad uno status di neutralità che esclude tassativamente l’inclusione nell’Unione Europea e nella Nato.

Se, al momento, non è dato sapere con certezza luogo e data di questo incontro di pace–forse Parigi, forse Oslo, forse Copenaghen, ma sembrano davvero illazioni piuttosto inconsistenti al momento– nondimeno è certo un altro importante appuntamento del mese di luglio, vale a dire il summit della Nato a Vilnius l’11 e il 12 del mese.

In via del tutto eccezionale sarà presente anche il Capo di Stato Ucraino e il segretario generale dell’Alleanza Atlantica ha già anticipato nei mesi passati che l’adesione dell’Ucraina verrà discussa in questo vertice. Al contempo, solo pochi giorni fa squalificava l’ipotesi di un ingresso della stessa mentre si trova in una fase di guerra attiva, tuttavia, è probabile che i padroni di casa spingano fortemente per porre nelle mani di Zelensky una–al momento fantomatica– road map da percorrere per entrare a pieno titolo nell’alleanza difensiva.

Questo secondo impegno fa presumer che l’eventuale conferenza di pace allargata di cui si è recentemente vagheggiato debba precedere Vilnius, in un percorso di avvicinamento all’Occidente che necessita il benestare della comunità internazionale per non essere visto come un aggressione al “multilateralismo” spacciato come ideologia dalla Russia e dalla Cina.

Chiaramente, si tenta di forzare la mano di quegli Stati che si dichiarano equidistanti ma di fatto agiscono come puntellamento del fronte anti-USA; in questo senso, già un eventuale rifiuto di partecipazione alla conferenza confermerebbe la spaccatura globale in fazioni opposti. Allo stesso tempo, partecipare significa riconoscere quantomeno la legittimità delle iniziative ucraine, compresa la volontà di entrare nel campo di forza dell’Occidente staccandosi dal blocco sovietico.

Vertice Ue in Moldavia

Proprio oggi si sta tenendo un altro summit tra leader della comunità europea in un luogo simbolo delle sfide geopolitiche dell’avvenire: la Moldavia, che soffre da tempo dell’azione destabilizzante russa, in quella che si può leggere come una grande provocazione alla Russia che cerca da tempo di impossessarsi del territorio moldavo e che ha più volte ribadito di non tollerare ingerenze di questo tipo.

Si tratta dell’EPC, vertice della comunità politica europea (27 Stati Membri + 20 Paesi europei), che durerà fino a domani e affronterà i temi di sicurezza, energia e mobilità. Ed è di soli pochi minuti fa la dichiarazione del presidente Zelensky, presente a sorpresa in quanto non annunciato per motivi di sicurezza, che conferma quanto esposto al G7: «Vertice sul piano di pace ucraino? Lo stiamo organizzando».

Al contempo l’ex comico ha anche fatto sapere di lavorare a una coalizione in grado di fornire jet da combattimento.

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