Elezioni Stati Uniti 2024: 6 giorni al voto. Come funziona l’Election Day?
Ormai ci siamo: elezioni Stati Uniti 2024 dietro l’angolo e ultimi giorni di campagna elettorale serrata tra Donald Trump, candidato repubblicano e Kamala Harris, rappresentante dei democratici. La fatidica data di martedì 5 novembre, Election Day a stelle e strisce, si avvicina e tutto sembra pronto per stabilire chi sarà il prossimo presidente americano.
Le ultime ore che separano Washington e il mondo intero da uno degli eventi politici più importanti dell’intero pianeta, si colorano di nuovo dei botta e risposta tra la Harris e Trump. La politica afroamericana ha pubblicamente esposto quella che è apparsa una specie di arringa finale, invitando l’elettorato statunitense a voltare pagina e votare per il futuro.
Trump non sta di certo a guardare e, appoggiato dal vice J. D. Vance, attacca anche il presidente Joe Biden. Un fuoco verbale incrociato che alza i toni politici e crea ulteriore confusione all’interno di uno scenario già segnato da enorme incertezza e da tantissimi dubbi.
In tal senso emblematiche sono le percentuali di preferenza che a 6 giorni dal voto spaccano letteralmente in due gli Stati Uniti. Praticamente ovunque nel colosso a stelle e strisce le posizioni di Trump e della Harris sono appaiate. A maggior ragione nei così detti Swing States.
Elezioni Stati Uniti 2024: quando si vota e come funziona l’Election Day americano
Grande equilibrio, sondaggi e Stati in bilico, botta e risposta continuo tra i due candidati. Potremmo banalmente provare a riassumere così le ultime settimane di campagna elettorale vissute oltre oceano.
Le posizioni politiche delle due figure che intendono conquistare la Casa Bianca forse non sono mai state così vicine come in questa circostanza. Il distacco tra Kamala Harris e Donald Trump è infatti esiguo, per non dire nullo, e continua a ridursi sia a livello nazionale sia per ciò che concerne i singoli Stati.
Particolarmente controversa sembra essere la situazione dei così detti Swing States, appunto in bilico, e di fatto entità il cui peso politico specifico rischia di essere decisivo ai fini dell’elezione. Probabilmente una bella fetta dell’insediamento alla Casa Bianca si giocherà proprio in tali aree.
La domanda che accompagna il mondo intero è dunque chi vincerà tra Kamala Harris, attuale vice presidente e candidata democratica, e Donald Trump, ex presidente e candidato repubblicano? Risposta si avrà soltanto dopo il 5 novembre prossimo. Intanto però proviamo a delineare meglio quando, come e in che modo si svolgerà il famigerato Election Day.
Martedì 5 novembre 2024, l’Election Day statunitense: quando e come si vota
Negli Stati Uniti è tempo di eleggere il nuovo presidente. Chiuso il mandato di Joe Biden, con il 46°presidente fattosi da parte a luglio dopo settimane di polemiche e accuse, è il momento di capire chi potrà raccoglierne le redini e guidare il colosso a stelle e strisce.
A stabilire chi tra Donald Trump e Kamala Harris potrà fregiarsi del titolo di 47°presidente degli Stati Uniti saranno milioni e milioni di cittadini americani. Le urne alle quali si recheranno per esprimere la propria preferenza saranno aperte il giorno 5 novembre 2024.
Gli orari in tal senso variano da uno Stato all’altro, anche se in linea di massima l’ora indicativa di via sono le 19 locali. La chiusura dei seggi dovrebbe avvenire intorno alla mezzanotte del 6 novembre, ora italiana. Da quel momento gli addetti e il personale elettorale preposto inizieranno lo spoglio vero e proprio, condito come al solito da previsioni, primi bilanci e rumors, non sempre affidabili e concordi con il successivo esito finale.
Una volta “spogliate” tutte le schede il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti sarà deciso. Nulla però è ancora definitivo, dato che il sistema americano prevede una finestra temporale di 5 settimane nelle quali alle parti sarà concesso spazio per eventuali ricorsi, rimostranze o ri-conteggi (Electoral Count Act del 1877).
Si arriverà così verosimilmente a poco prima della metà del mese di dicembre, quando è in programma una riunione dei membri del Collegio Elettorale. Soltanto al 6 gennaio 2025 i voti verranno ufficializzati in maniera definitiva durante una seduta del Congresso, segnando di fatto la conclusione dell’intero iter elettorale.
L’insediamento vero e proprio del neo eletto presidente statunitense alla Casa Bianca avverrà così soltanto il 20 gennaio 2025. Attenzione poi anche alle elezioni, per così dire, annesse a quella del leader supremo americano.
In data 5 novembre 2024 infatti si sceglieranno pure i nuovi membri del Congresso, ridisegnando così il settore legislativo a stelle e strisce. Per questo motivo risulta determinante la conquista dei singoli Stati, specie di quelli dove il peso numerico di queste figure politiche è maggiore.
Ad essere scelti e votati sono di fatto i così detti grandi elettori, in numero variabile da Stato a Stato a seconda di dimensioni e densità della popolazione. In tutto questi elettori sono 538, e dunque per diventare presidente ne occorrono almeno 270 (altri 3 rappresentano il Distretto di Columbia, quello della capitale Washington) dalla propria parte.
Elezioni Stati Uniti 2024, gli ultimi 6 giorni di campagna elettorale: è sempre Trump vs Harris
La mia presidenza sarà diversa, entrerò nello Studio Ovale con una lista di priorità per gli americani, mentre Trump ha solo la lista dei nemici da punire. M’impegno a essere la presidente di tutti gli americani. Non smetterò mai di credere che in questo paese tutto è possibile
Parole decise e che mettono in luce quello che è l’intento politico chiaro e cardine per Kamala Harris. Dichiarazioni che sono riecheggiate a Washington, in quello che è stato uno degli ultimi e più importanti appuntamenti elettorali della campagna ormai prossima al termine.
La candidata democratica ha parlato davanti ad una folla di circa 50 mila persone. E se uno sparuto gruppo ha manifestato contro l’attuale vicepresidente e in favore della popolazione palestinese, la grande maggioranza dei presenti sventolava bandierine americane e incitava la leader dem.
Questo è il voto più importante a cui avete mai partecipato: la scelta è fra la libertà per ogni americano o il caos e le divisioni di Donald Trump. Voltiamo pagina, serve una nuova generazione di leader
Ancora parole pronunciate dalla Harris all’Ellipse, palco della capitale da cui parlò lo stesso Trump nei primi giorni di gennaio 2021, di fatto poche ore prima dell’attentato a Capitol Hill, dichiarando l’elezione di Joe Biden di allora come illegittima.
Ora a fare da protagonista dietro la Harris è un enorme cartellone con la grande scritta “Freedom”. Proprio il concetto di libertà appare centrale nelle frasi che l’afroamericana rivolge al pubblico presente. L’avversario repubblicano viene altresì dipinto come una figura instabile, dai tratti dittatoriali e deciso a farsi quanti più nemici possibile. Un quadro insomma fortemente ostile al benessere degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti non sono un luogo per aspiranti dittatori, chi ci ha preceduto non ha lottato e dato la vita solo per vederci cedere le nostre libertà fondamentali. Non lo hanno fatto per vederci sottomettere alla volontà di un altro meschino tiranno
Di nuovo accenno alle idee di libertà e indipendente volontà per tutti, definite dalla Harris come punti fermi della propria futura presidenza a differenza invece di quanto proposto da Trump. Proprio il tycoon viene indicato come amico dei discussi Vladimir Putin e Kim Jong Un, leader rispettivamente di Russia e Corea del Nord, e secondo la democratica pronti a tifare per l’imprenditore newyorkese.
Prossimo appuntamento per Kamala Harris dovrebbe essere quello in programma giovedì 31 ottobre a Las Vegas. Al fianco della candidata dem dovrebbe esserci un’altra star internazionale: Jennifer Lopez. La cantante e attrice ha origini portoricane, e avrebbe così aderito in maniera vivace alla campagna dell’attuale vicepresidente dopo le parole offensive rilasciate da un oratore vicino a Trump proprio contro Porto Rico.
Intorno a tale vicenda peraltro le polemiche statunitensi non si placano, anzi continuano a montare. Dopo infatti che in un comizio del tycoon si era definita l’isola come “spazzatura”, è arrivata la decisa risposta di Joe Biden. Il 46° presidente americano aveva così commentato soltanto poche ore fa:
Donald Trump non ha carattere. Non gli interessa della comunità latina. L’altro giorno uno degli oratori a un suo comizio ha definito Porto Rico un’isola galleggiante di spazzatura. L’unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori sono i suoi sostenitori
Toni piuttosto forti, soprattutto perché indirizzati a milioni di elettori repubblicani chiaramente identificati in maniera fortemente dispregiativa. La correzione da parte di Biden è arrivata rapidamente e a mezzo social, adoperando X, ma il botta e risposta mediatico così avviato non ha ancora trovato per il momento una conclusione.
Una cosa terribile da dire
Lapidario il commento dello stesso Donald Trump, riferito proprio alle accuse mosse da Joe Biden a circa la metà dell’elettorato statunitense. I più attenti ricorderanno in tal senso la medesima situazione occorsa nel 2016, quando Hillary Clinton “scivolò” etichettando come “deplorevoli” i sostenitori dell’allora diretto avversario Trump.
Stessi toni del newyorkese quelli impiegati anche da Vance, che ha parlato di “parole disgustose”. La tensione che così avvolge l’intera ultima fase di campagna elettorale americana continua a crescere, e getta in uno stato di trepidante attesa tutti gli Stati Uniti.
Conclusione: ormai ci siamo, ecco le elezioni Stati Uniti 2024: mancano appena 6 giorni al voto. Come funziona l’Election Day?
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