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Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre

La Corte Suprema ha concesso l’immunità a Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America poche ore fa si è infatti visto confermare la piena inattaccabilità penale in merito alle accuse di coinvolgimento diretto nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Un momento forse decisivo in ottica futura. Una possibile determinante sliding door in vista delle elezioni presidenziali americane del prossimo 5 novembre 2024. In questo senso tale decisione ufficiale rischia di diventare infatti una svolta politica davvero fondamentale.

Gli Stati Uniti si spaccano tra chi esulta e grida al pieno rispetto della democrazia, facendo eco allo stesso Donald Trump, e coloro che invece guardano con apprensione alla piega decisamente poco costituzionale che tale sentenza va ad abbracciare. Quest’ultimo il chiaro parere espresso anche da Joe Biden.

Nessun freno giudiziario dunque tra i raggi della bicicletta da corsa di Donald Trump. Il tycoon viaggia spedito verso le presidenziali statunitensi e, visti anche gli ultimi scontri mediatici e televisivi con l’avversario Biden, pare in pole position per riprendersi la Casa Bianca.

Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre
Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre

Immunità a Trump: l’ex presidente degli Stati Uniti verso la protezione piena. Diritto o minaccia?

Donald Trump ha diritto all’immunità assoluta per i reati penali commessi durante l’esercizio delle proprie funzioni costituzionali. Questa la decisione, controversa e dibattuta, che la Corte Suprema americana ha ufficialmente preso in merito alla posizione dell’imprenditore newyorkese.

Rischia di essere davvero un momento di svolta decisivo per il futuro degli Stati Uniti. Soprattutto per le elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre 2024: nella corsa alla Casa Bianca ora Donald Trump balza prepotentemente in pole position e studia il grande ritorno.

Attenzione però ai risvolti più a lungo termine che tale decisione potrebbe comportare dalle parti di Washington. Una sentenza di immunità come quella emessa in favore di Trump infatti rischia di concedere a chi sta al potere autorizzazioni pressoché illimitate in campo politico e non solo.

Ecco perché la decisione del massimo tribunale a stelle e strisce non può che spaccare letteralmente in due l’opinione pubblica americana. C’è chi inneggia alla democrazia e parla di diritti rispettati, e chi viceversa invece afferma che si tratti di un vero e proprio assalto alla libertà politica del Paese.

Tutto dunque rimandato al voto tra qualche mese. Archiviata la possibilità di imbrigliare Donald Trump con una serie di paludamenti legali e giudiziari, e confronto pieno tra il tycoon e l’attuale leader americano Joe Biden che si concretizzerà esclusivamente e definitivamente ai seggi.

Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre
Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre

La Corte Suprema salva Donald Trump: la sentenza del tribunale statunitense

Facciamo un passo indietro e proviamo a delineare con più chiarezza il quadro politico e giudiziario emerso nelle ultime ore negli Stati Uniti. Come detto la Corte Suprema americana ha sancito immunità piena per Donald Trump, sia nel campo dei reati penali sia in quello degli atti ufficiali.

Di fatto dunque piena facoltà politica e completo esercizio delle proprie funzioni per l’ex presidente a stelle e strisce. Il riferimento è rivolto in particolar modo agli episodi di violenza del 6 gennaio 2021, quando un nutrito gruppo di manifestanti assaltò il Campidoglio a Capitol Hill.

L’accusa principale mossa a Donald Trump fu quella di aver incitato e spinto questo gruppo di rivoltosi a compiere tale atto. Almeno questo era quanto il fronte democratico sosteneva e imputava al tycoon. In realtà la decisione del tribunale americano conferma che l’ex leader agì nel pieno rispetto delle proprie funzioni politiche e presidenziali.

Dopo la bocciatura della Corte d’Appello la palla è infatti passata alla conservatrice Corte Suprema che ha appunto ripulito la posizione di Trump. I dubbi in merito a tale decisione sono peraltro immediatamente sorti, data la composizione della stessa entità giudiziaria: la maggioranza infatti è stata direttamente nominata dallo stesso Donald Trump.

Non può essere perseguito per aver esercitato i suoi principali poteri costituzionali e ha diritto, come minimo, ad una presunta immunità dall’azione penale per tutti i suoi atti ufficiali

Questo quanto indicato in modo ufficiale dai magistrati, che liberano perciò Trump e lo proiettano deciso verso le presidenziali del 5 novembre. Il caso chiaramente non viene chiuso qui ma i tempi delle procedure giudiziarie si allungheranno necessariamente, finendo quasi sicuramente ben oltre il voto per la presidenza americana e agevolando così l’imprenditore classe ’46 nella corsa alla Casa Bianca.

A ciò peraltro in caso di elezione dello stesso Trump si aggiunge la possibilità per il tycoon di procedere alla nomina di un segretario speciale per la Giustizia e, approfittando dell’immunità ottenuta, cancellare tutte le accuse federali rivolte contro di lui, facendo finire in archivio i casi in cui si ritrova attualmente coinvolto.

Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre
Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre

Ancora Donald Trump contro Joe Biden: le reazioni dopo l’immunità della Corte Suprema

L’immunità a Trump è un pericoloso precedente, gli americani meritano che sia processato prima del voto. Nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente degli Stati Uniti, deve rispondere dell’assalto a Capitol Hill. L’America è fondata sul principio che qui non esistono re

Con queste parole il 46°presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accolto la decisione della Corte Suprema che ha concesso immunità politica al rivale Donald Trump. Un vero e proprio attacco alla democrazia secondo il politico di Scranton, che cavalca l’onda e continua a presentarsi come unico possibile argine a tale deriva anti-costituzionale. Strategia peraltro adoperata sin dall’inizio della campagna elettorale.

Una grande vittoria per la democrazia e la Costituzione

Diametralmente opposta invece la posizione espressa in questo modo dal tycoon. Il newyorkese infatti gongola per il risultato ottenuto, conscio di aver ricevuto di fatto un via libera ufficiale e definitivo verso la possibile rinomina alla Casa Bianca.

Medesima spaccatura è ovviamente riscontrabile all’interno del Paese, con gli elettori americani che si scindono tra chi esulta e inneggia alla democrazia, e chi viceversa grida allo scandalo e parla di abuso politico e giudiziario.

Secondo la maggioranza, quando un presidente usa i suoi poteri in qualsiasi modo, sarà protetto dall’incriminazione penale. Ordina ad un soldato dei Seal di assassinare un rivale politico? Immune. Organizza un colpo di stato militare? Immune. Incassa una tangente? Immune. Il presidente è ora un re al di sopra della legge

Queste ad esempio le veementi parole pronunciate dalla giudice liberale Sonia Sotomayor, che ha senza mezzi termini espresso un parere avverso a quanto stabilito dalla Corte Suprema. Il prossimo decisivo passo saranno perciò le elezioni presidenziali del 5 novembre.

Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre
Immunità a Trump per reati penali: tycoon verso le elezioni del 5 novembre

Conclusione: ufficiale l’immunità a Trump per reati penali. Ora il tycoon viaggia spedito verso le elezioni del 5 novembre

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