Sbarco in Normandia
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Sbarco in Normandia, 80 anni fa la svolta della seconda Guerra Mondiale

Lo sbarco in Normandia fu uno dei più grandi assalti anfibi della storia, messo in atto dalle forze alleate durante la Seconda Guerra Mondiale con molteplici obbiettivi: liberare la Francia occupata dei tedeschi, aprire un secondo fronte in Europa e dirigersi verso la Germania nazista, e alleggerire di conseguenza il fronte orientale, sul quale da tre anni l’Armata Rossa stava sostenendo un aspro conflitto contro i tedeschi.

6 giugno 1944. Lo Sbarco in Normandia o operazione Overlord

L’invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come D-Day in inglese e Jour-J in francese), quando toccarono terra nella zona di Caen le truppe alleate aviotrasportate, che aprirono la strada alle forze terrestri. All’alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.

Esse si trovavano all’interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell’invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un’ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate Sword, Juno e Gold.

Sbarco in Normandia, le spiagge del D-Day - Franciaturismo.net

Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto Vallo Atlantico durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche.

Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, che diede vita alla battaglia di Normandia, in cui le armate alleate ebbero lo scopo di rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali del Paese e spingersi verso l’interno fino a liberare Parigi.

Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la Senna, minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l’avanzata sovietica a est, e concorrere all’invasione e sconfitta della Germania nazista. Ma riavvolgiamo il nastro della storia  e torniamo indietro di 3 anni.

L’importanza del fronte settentrionale

Dicembre 1941 gli Alleati identificarono la sconfitta della Germania come il principale obiettivo della Seconda guerra mondiale. Aprire un secondo fronte avrebbe alleggerito la pressione sull’Unione Sovietica a est e la liberazione della Francia avrebbe indebolito la posizione della Germania in Europa occidentale.

Se l’invasione avesse avuto successo, la Germania sarebbe stata privata di molte delle sue risorse e avrebbe perso l’accesso a snodi strategici fondamentali. Assicurarsi un corridoio per le truppe e i rifornimenti in Normandia permise agli Alleati di stabilire una presenza sostenibile in nord Europa per la prima volta dal 1940.

Un piano per riconquistare l’Europa e chiudere la Seconda Guerra Mondiale

Anche se i piani per invadere l’Europa cominciarono poco dopo l’evacuazione di Dunkerque nel 1940, i dettagliati preparativi per l’operazione Overlord non sarebbero iniziati che dopo la conferenza di Teheran, svoltasi alla fine del 1943, in cui i tre grandi Iosif Stalin, Winston Churchill e Franklin D. Roosevelt strinsero gli accordi per una cooperazione tra Unione Sovietica, Gran Bretagna e Stati Uniti contro i Paesi dell’Asse.

Conferenza di Jalta - Wikipedia

Conosciuti come i Tre grandi, per il potere delle nazioni che rappresentavano, i tre leader si sarebbero riuniti soltanto due volte nel corso della Seconda guerra mondiale. Ciò nonostante, le decisioni prese in quelle riunioni avrebbero avuto un impatto diretto sullo svolgimento del conflitto.

Fu così che, sotto il comando del generale statunitense Dwight D. Eisenhower, nel dicembre 1943 si formò la commissione per pianificare le operazioni navali, aeree e terrestri in Normandia. Allo stesso tempo sarebbero state organizzate delle campagne diversive per attirare l’attenzione delle sue forze militari tedesche lontano dalla Francia.

Il D-Day fu la più grande operazione coordinata navale, aerea e terrestre della storia e richiese una cooperazione senza precedenti tra forze armate internazionali. Nel 1944 più di due milioni di soldati di oltre dodici Paesi si trovavano in Gran Bretagna in attesa dell’invasione.

Il giorno dello sbarco le forze alleate erano composte soprattutto da truppe statunitensi, britanniche e canadesi, ma inclusero l’appoggio navale, aereo o terrestre di Australia, Belgio, Repubblica Ceca, Olanda, Francia, Grecia, Nuova Zelanda, Norvegia, Rhodesia e Polonia.

Una battaglia non basta

L’importanza del D-Day spesso eclissa il valore generale di tutta la campagna di Normandia. Il fatto di stabilire un corridoio per le truppe in nord Europa fu fondamentale, ma fu solo il primo passo. Nei tre mesi che seguirono al D-Day gli Alleati lanciarono una serie di ulteriori offensive per farsi strada verso l’interno.

I successi delle operazioni variarono e gli Alleati dovettero far fronte a una forte e salda resistenza tedesca. Il bocage ‒ un paesaggio tipico della Normandia caratterizzato da sentieri fiancheggiati da fitte siepi ‒ era difficile da penetrare e costituiva un vantaggio per i difensori tedeschi.

Sbarco in Normandia

Dopo il D-Day, la sanguinosa e prolungata Battaglia di Normandia, in cui gli Alleati ottennero finalmente la vittoria, sarebbe risultata decisiva per lo sviluppo della guerra, spianando il cammino verso la liberazione di gran parte dell’Europa nordoccidentale.

Allo stesso modo, il successo del D-Day fu possibile grazie agli sforzi degli Alleati su tutti i fronti, sia prima sia dopo il giugno 1944. Nell’organizzare il D-Day i comandati alleati tennero conto delle importanti lezioni apprese dai precedenti insuccessi di Dieppe, in Francia, e Anzio, in Italia.

Anche la campagna di bombardamenti strategici, cominciata nel 1942, avrebbe indebolito l’industria tedesca e obbligato i nazisti a impiegare lontano dalla Normandia manodopera e risorse vitali per la difesa locale. Assicurarsi il dominio aereo permise agli Alleati di svolgere ricognizioni che fornirono informazioni fondamentali sulle difese costiere del Reich.

D’altra parte, il successo dello sbarco dipese anche dal controllo alleato dell’Atlantico, ottenuto finalmente nel 1943 con la vittoria della Battaglia dell’Atlantico. Non meno importanti furono la campagna in Italia, che allontanò le truppe tedesche dai fronti orientale e occidentale, e l’offensiva bielorussa sovietica, nota come Operazione Bagration, lanciata subito dopo Overlord in centro Europa, dove mantenne occupate le forze naziste.

Dieci settimane dopo il D-Day gli Alleati diedero inizio a una nuova invasione sulla costa sud della Francia e cominciarono a farsi strada anche in Germania. Con un fronte diviso, i tedeschi non poterono resistere a lungo in una guerra in cui diversi errori di calcolo, tradottosi in uno stillicidio di uomini e risorse, li avrebbero fatti retrocedere davanti alla potenza militare alleata.

Conclusione: Lo sbarco in Normandia fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dagli Alleati per aprire un secondo fronte in Europa

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