Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe
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Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe

Stop alle armi per Israele. Questa la decisione della Casa Bianca, con il governo degli Stati Uniti fermo nell’indicare la propria intenzione di interrompere i rifornimenti bellici diretti a Gerusalemme nel caso in cui lo Stato ebraico proceda, come previsto, alla completa invasione di Rafah.

L’accordo con Hamas, dettosi pronto a trattare il “cessate il fuoco”, deve essere punto di partenza per mettere definitivamente da parte le ostilità e le tensioni. Questo almeno il piano espressamente sostenuto da Joe Biden, presidente americano, e dai suoi più stretti collaboratori.

E così quasi 4000 bombe di differente formato restano bloccate nei gate aeroportuali statunitensi. Condizione sine qua non lanciata da Washington è infatti quella di un’immediata interruzione dell’operazione militare su Rafah.

Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe
Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe

Stop alle armi dirette ad Israele: Biden avvisa Netanyahu sulle bombe

Stop alle armi a Israele se prosegue l’operazione a Rafah

Queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente statunitense Joe Biden, più che mai deciso nell’invitare il collega Benjamin Netanyahu, primo ministro dello Stato ebraico, ad interrompere con effetto immediato l’invasione di Rafah.

Il benestare dei vertici di Hamas verso l’accordo di pace in Medio Oriente infatti deve essere punto di partenza verso il concreto “cessate il fuoco”. Questo almeno è il quadro che appare chiaro nelle intenzioni internazionali, e degli Stati Uniti soprattutto.

Un dialogo tra le parti in causa può pertanto avvenire soltanto mettendo da parte l’azione militare più diretta e cruda. Ed ecco dunque spiegata la stretta diplomatica che da Washington giunge forte e chiara sino a Gerusalemme.

Senza uno stop all’operazione bellica che sta provocando un immane esodo di civili da Rafah, la Casa Bianca non darà più il proprio benestare all’invio di armi verso Israele. Questo in estrema sintesi appare il messaggio che Biden ha inviato al Governo israeliano.

Del resto anche William Burns, numero uno della Cia, ha incontrato Benjamin Netanyahu, ribadendo al premier israeliano che 1800 bombe da 2000 libbre e 1700 da 500 libbre non partiranno dagli aeroporti a stelle e strisce. Quasi 4000 ordigni perciò non giungeranno a Gerusalemme in caso di prosecuzione delle ostilità.

Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe
Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe

Stop alle armi verso Israele ma gli scontri proseguono senza sosta

Nuovamente paura, disperazione e morte. La ricetta che il Medio Oriente e l’area della Striscia di Gaza sta vivendo ormai da mesi è purtroppo sempre la stessa. L’annuncio di invasione a Rafah pubblicamente diramato dalle forze israeliane e i primi ingressi militari nella porzione meridionale dell’area calda stanno mettendo in ginocchio la popolazione.

La fuga costante di civili da Rafah infatti ha dato vita a nuove immense tendopoli, dove acqua, cibo e medicinali inizieranno a scarseggiare nel giro di poche ore. Uno stop all’operazione militare diventa perciò esigenza prima e necessaria.

Vicino al collasso anche l’ospedale Al-Najjar, uno dei principali di tutta Rafah. La struttura sta vivendo un sovraccarico di pazienti mentre buona parte del personale è già stato evacuato, rendendo così estremamente complicate anche le più elementari operazioni medico-sanitarie.

Nel frattempo i combattimenti proseguono senza sosta, sia nell’area meridionale della Striscia sia sul fronte con il Libano. Hezbollah nelle ultime ore è tornato a farsi sentire con missili e ordigni anticarro nei pressi di Malkia, e Israele ha risposto colpendo circa una ventina di obbiettivi considerati sensibili e molto vicini allo stesso gruppo paramilitare.

Stop alle armi per Israele: gli Stati Uniti fermano quasi 4000 bombe
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Conclusione: arriva lo stop alle armi per Israele da parte degli Stati Uniti, pronti a fermare quasi 4000 bombe in caso di prosecuzione dell’operazione bellica a Rafah

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