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Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore

Imbarazzo. Termine più adatto sembra non esserci dopo le botte alla Camera, e le immagini agghiaccianti che hanno fatto il giro di media e social di tutto il mondo. Una vera e propria rissa da bar, per adoperare una formula fatta ma comunque fuori luogo, andata in scena là dove l’Italia dovrebbe trovare esempio e rappresentanza, sia nazionale sia internazionale.

Innanzitutto la vicenda. L’onorevole Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 Stelle, durante la seduta parlamentare sul ddl Autonomia promosso dalla Lega ha tentato di mettere un tricolore italiano sulle spalle di Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. Immediata è scattata la concitazione, rapidamente sfociata in pugni, calci e insulti urlati nel cuore dell’aula.

L’episodio accaduto nella serata di mercoledì 12 giugno sta facendo discutere da ore, e anche in occasione delle sedute odierne in Parlamento le polemiche non sono di certo mancate. A pochi giorni dalle elezioni Europee, e con il G7 ormai alle porte, l’immagine che in questo modo l’Italia sta dando all’Unione Europea è decisamente avvilente. Specialmente perché a proporla sono proprio i suoi ufficiali rappresentanti.

Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore
Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore

Continua la polemica politica dopo le botte alla Camera: che imbarazzo Italia!

Calci, pugni e insulti a raffica rivolti al deputato contiano Leonardo Donno. L’onorevole ha lasciato l’aula in carrozzina, è stato condotto presso l’infermeria di Montecitorio e poi trasferito per accertamenti. A colpirlo e circondarlo diversi esponenti dei principali partiti di Governo. Questo in estrema sintesi l’episodio increscioso andato in scena nella seduta pomeridiana della Camera di mercoledì 12 giugno 2024.

Mi hanno preso a calci, un pugno mi ha colpito dritto allo sterno. Mi è arrivato un pugno fortissimo, ho visto proprio la mano che mi colpiva lo sterno. Anche un commesso della Camera ha preso una sberla. Continuavano a insultarmi, pure mentre stavo in carrozzina. Vedremo se chiedere la sospensione dall’aula di chi è stato violento. Di sicuro rivedrò le immagini e sporgerò denuncia

Queste le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Donno nel day-after della rissa occorsa alla Camera. Immagini inquietanti e deprimenti che hanno immediatamente invaso il web, e sono rimbalzate in lungo e in largo per l’intero globo.

Proprio mentre un’altra Italia vinceva in pista conquistando medaglie agli Europei di Roma 2024, a pochi chilometri di distanza la versione più meschina del Paese si rendeva ridicola, indifendibile e imbarazzante. E aspetto appunto gravissimo, che torniamo a sottolineare, è che a farlo siano stati i suoi rappresentanti eletti.

Il fatto risulta perciò così grave e degno di nota che la tensione dilagante a macchia d’olio non poteva di certo esaurirsi in poche ore notturne. Ecco infatti che nell’odierna giornata di giovedì 13 giugno 2024, l’Aula ha nuovamente tremato ricordando le botte di poche ore prima.

Fuori i fascisti dal Parlamento

Questo il grido che si è levato dai seggi dell’opposizione, da dove si è pure alzata la voce che ha cantato Bella ciao. In Senato invece in tanti tra dem e grillini hanno occupato i banchi sventolando la bandiera italiana, e riprendendo così il gesto dello stesso Donno.

Esito finale è stata così la sospensione delle sedute sia alla Camera, sia in Senato (qui per ben due volte). Nella prima Aula si era tornati sul ddl Autonomia, mentre a Palazzo Madama si stava discutendo della riforma sul Premierato.

Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore
Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore

Le voci politiche dopo le botte alla Camera. Opposizioni in piazza a Roma martedì

In tanti sono tornati sulle botte alla Camera di mercoledì 12 giugno, costate all’onorevole Donno l’uscita dall’Aula della Camera in carrozzina. Le voci si sono equamente levate dai banchi dell’opposizione e da quelli della Maggioranza, di fatto continuando a portare avanti un battibecco di pessimo gusto. E, aspetto ulteriore e altrettanto grave, paralizzando politicamente l’intero Paese.

Stiamo dando un’immagine peggiore di quella che diamo normalmente. Mi sembra un harakiri

Questa la voce di Ignazio La Russa, presidente del Senato. L’onorevole siciliano ha ricordato come tra poche ore scatti il G7, colloquio internazionale di cui proprio l’Italia è grande protagonista. Il trailer con cui le forze politiche tricolori ci si presentano è tutt’altro che edificante.

Calma è la prima cosa che ha invece preteso dai compagni di movimento la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Dopo aver convocato l’assemblea del Pd la classe ’85 nativa di Lugano ha invitato i colleghi a non “cadere in nuove provocazioni”.

Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore
Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore

Intanto insieme al Movimento 5 Stelle, a +Europa e ad Avs, anche il Pd scenderà in piazza a Roma nella giornata di martedì 18 giugno. Obbiettivo dichiarato è quello di protestare contro simili accadimenti, e denunciare la violenza andata in scena in Aula.

Non faremo passare questa aggressione come un fatto normale, quello che è successo non può passare sotto silenzio

Così la stessa Schlein, che ha fatto eco alle parole dell’altro dem Federico Fornaro. Quest’ultimo ha sottolineato la definizione data a verbale dei fatti di poche ore fa. Contestazione immediata dopo che sulla versione ufficiale è stato adoperato il termine “disordini”. Ecco le dichiarazioni di Fornaro:

Ovviamente quello che è successo ieri non è sintetizzabile nel verbale con la parola ‘disordini’: il combinato disposto soprattutto riguardo l’ultima fase della seduta è una aggressione. È una questione di chiarezza tra di noi

Il rimando a semplici “disordini” (davvero registrabili in un’Aula parlamentare nel 2024?) dipenderebbe dal fatto che la seduta al momento del parapiglia era già stata sospesa. Medesima posizione di forte denuncia è quella riportata da Marco Pellegrini, del Movimento 5 Stelle. Eccola:

Non sono stati disordini ma un’aggressione squadrista

Botta e risposta prolungato poi si è acceso tra Riccardo Ricciardi, del M5S, e Andrea Crippa, vicesegretario della Lega. Oggetto del contendere proprio l’intonazione di Bella ciao e la condanna reciproca dei gesti compiuti nell’Aula parlamentare.

Acceso confronto anche fra lo stesso Donno e Massimo Bitonci della Lega. Questa volta il salotto della bagarre è stato quello televisivo di Agorà, programma di Rai 3. Accuse reciproche tra i due parlamentari, che chiudono con rispettivo invito a vergognarsi per i gesti compiuti.

Pure in Senato, come accennato, il clima è stato a dir poco incandescente. Dopo lo sventolio delle bandiere da parte delle opposizioni è toccato ai rappresentanti della Maggioranza reagire con l’intonazione dell’inno di Mameli. Atto quest’ultimo coinciso con l’ennesima interruzione della seduta.

Parole forti infine quelle pronunciate da Stefano Patuanelli e da Giuseppe Conte. Il primo è intervenuto direttamente davanti ai senatori, mentre il capo gruppo in giallo ha usato Facebook per lanciare un perentorio messaggio. Queste rispettivamente le loro voci:

La Repubblica non può essere umiliata da chi non accetta che gli si consegni il tricolore

Venite in tanti in piazza, facciamoci vedere, sventoliamo il nostro Tricolore. Diciamo no a questo clima, diciamo no a questi tentativi di vile aggressione

Insomma speriamo si possa dire chiusa una due giorni politica di pessimo gusto, che ha offerto un’immagine dell’Italia che peggiore era veramente difficile da disegnare. Un quadro opaco, triste e violento, che non rispecchia quelli che sono e devono continuare ad essere i valori del Paese.

Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore
Botte alla Camera: il 5Stelle Donno colpito al petto, il Paese al cuore

Conclusione: Episodio allucinante: aggressione e botte alla Camera! Il 5Stelle Leonardo Donno è stato accerchiato e colpito al petto. La politica italiana è ancora in balia della polemica

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