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Gabriele Cagliari: tutto sul dirigente italiano e presidente dell’Eni coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite

La travagliata storia di Gabriele Cagliari, dagli anni del successo imprenditoriale al suo suicidio in carcere

Gabriele Cagliari, famoso imprenditore italiano e presidente dell’azienda multinazionale italiana Eni, è conosciuto soprattutto per il suo coinvolgimento nell’inchiesta Mani Pulite. Dopo 134 giorni dal suo arresto, si suicidò nelle docce del carcere di San Vittore, tra mille polemiche.

Il successo iniziale di Gabriele Cagliari nel mondo dell’imprenditoria

Gabriele Cagliari nasce a Guastalla, il 14 giugno del 1926. Dopo la laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, entra nell’azienda chimica Montecatini ma, ben presto, si unisce al gruppo Anic (sotto la guida della più grande Eni). Grazie alla sua intelligenza, viene scelto per far parte di una task force che lo porterà ad operare negli Stati Uniti. Questo successo lo porta a diventare una delle figure più importanti all’interno della società.

Dopo una breve parentesi in altre aziende come Eurotecnica, Comecon e Liquigas, nel 1981 torna in Anic prima come direttore generale, per diventare infine vicepresidente e amministratore delegato. Ma l’apice della sua carriera è la nomina a presidente dell’Eni, nel 1989.

La sua politica fu quella di rivoluzionare interamente la società e di riportare il gruppo nell’olimpo delle aziende più importanti, seguendo la linea dettata dall’ex dirigente Enrico Mattei. Ci riuscì brillantemente e, sotto la sua presidenza, nel 1990 Eni diventa la società italiana più profittevole, superando gli utili della Fiat. Questo, però, avvenne in un contesto molto difficile, soprattutto a causa delle pressioni esercitate dalla politica italiana.

Gabriele Cagliari: un uomo troppo debole per il mondo politico?

Da sempre uno degli uomini più influenti nel suo campo, Gabriele Cagliari nel corso degli anni ha dovuto interfacciarsi sempre di più con il mondo difficile della politica. Infatti, molti dei suoi successi li ha ottenuti proprio grazie all’appoggio di Bettino Craxi e alla sua vicinanza al Partito Socialista Italiano.

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Gabriele Cagliari insieme a Bettino Craxi

Già in una posizione difficile a seguito dell’accordo fatto con Raul Gardini per la fusione di Montedison, viene coinvolto nel processo di Mani Pulite (comunemente indicato come Tangentopoli). Si tratta di una serie di indagini giudiziarie condotte in Italia nella prima metà degli anni ’90. Queste indagini hanno rivelato la presenza di un sistema fraudolento e corrotto all’interno della politica italiana e del mondo imprenditoriale.

Il declino di Gabriele Cagliari verso il suicidio

Gabriele Cagliari viene arrestato nella notte del 9 marzo 1993, su richiesta della Procura di Milano. La causa era una presunta tangente pagata dal suo gruppo per vincere l’appalto di un’altra società statale. Mentre era in carcere, però, gli furono contestati altri reati che riguardavano i “fondi neri” dell’ENI e vari accordi segreti fatti tra l’ENI e altre società.

Sconvolto dall’intera situazione e pressato psicologicamente dal pubblico ministero Fabio De Pasquale, Gabriele Cagliari decide di suicidarsi dopo 134 giorni dal suo arresto, con un sacchetto di plastica stretto intorno al collo. La notizia del suicidio di Gabriele Cagliari sconvolse il Palazzo di giustizia milanese e portò ad una serie di ispezioni del ministero della Giustizia per accertare eventuali condotte illecite da parte del magistrato De Pasquale.

Lo stesso Gabriele Cagliari lo ha accusato pesantemente all’interno di una lettera fatta recapitare alla famiglia, scritta poco prima del suo suicidio:

“La criminalizzazione di comportamenti che sono stati degli stessi magistrati, ha messo fuori gioco soltanto alcuni di noi, abbandonandoci al rancore dell’opinione pubblica. La mano pesante, squilibrata e ingiusta dei giudici ha fatto il resto. Questa dei magistrati è un comportamento che ha come unico scopo quello di coprirci di vergogna e di rancore.”

La storia di Gabriele Cagliari raccontata per il trentesimo anniversario di Mani Pulite

Per celebrare 30 anni dall’inchiesta di Tangentopoli, ci sarà uno speciale di “Porta a Porta” previsto per mercoledì 16 febbraio alle 23.30 su Rai 1. Il  programma condotto da Bruno Vespa avrà tra gli ospiti Gherardo Colombo, Bobo Craxi, Cirino Pomicino, Primo Greganti e Stefano Cagliari, figlio dell’ex presidente dell’Eni Gabriele Cagliari.

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