Hamas respinge la proposta di Israele: no allo scambio di prigionieri
Ancora una volta Hamas respinge la proposta di Israele, e dice no allo scambio di prigionieri. L’ipotesi di liberazione di 1500 prigionieri palestinesi da parte ebraica in cambio della liberazione immediata di tutti gli ostaggi catturati il 7 ottobre scorso e ancora nelle mani dei guerriglieri sembra essere già naufragata.
Pare ancora una volta rimandato dunque un accordo che possa in qualche modo accontentare le parti in causa e porre finalmente in atto il fondamentale cessate il fuoco, inseguito da settimane ma non ancora disegnato in tutti i suoi reali contorni.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in tal senso avrebbe ricevuto ancora una volta l’appoggio e il consiglio del collega statunitense Joe Biden. Tra i due leader politici si sarebbe tenuta una conversazione telefonica durata circa 40 minuti.
Hamas respinge la proposta di Israele e il conflitto prosegue: urge trovare un punto di accordo
Il conflitto in Medio Oriente prosegue, gli scontri si susseguono e provocano ancora tanti, troppi, morti. Il cessate il fuoco ancora non sembra trovare i contorni giusti per potersi rendere concreto. L’impegno internazionale, con Stati Uniti, Qatar e Paesi Arabi in testa, è costantemente indirizzato alla pace ma al momento le parti in contesa non sembrano riuscire a trovare un punto di incontro.
L’ultima notizia rilanciata dal canale Al-Arabya riporta che Hamas avrebbe respinto la proposta israeliana di scambio tra prigionieri palestinesi e ostaggi ebraici. Sul tavolo delle trattative infatti era stata delineata una proposta che prevedeva il rilascio da parte di Israele di 1500 prigionieri in cambio dell’immediata liberazione di tutti gli ostaggi ebrei nelle mani dei guerriglieri.
Lo stesso leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha ribadito di lavorare per una tregua con Israele ma condizione essenziale per il gruppo paramilitare sarebbe, oltre allo scambio di prigionieri, anche il ritiro dei contingenti israeliani dalla Striscia di Gaza.
Proprio sulle modalità di gestione degli ostaggi, sotto controllo di Hamas ormai dal 7 ottobre scorso, starebbero lavorando senza sosta anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Tra i due politici sarebbe intercorsa nella giornata di giovedì 15 febbraio 2024 una lunga telefonata, durata circa 40 minuti. Lo scambio telefonico avrebbe toccato alcuni dei principali e più delicati argomenti inerenti il conflitto in Medio Oriente: scambio di prigionieri appunto, ma anche situazione intorno a Rafah, proseguimento della lotta contro Hamas e gestione della drammatica situazione umanitaria dell’area di Gaza.
Hamas respinge la proposta di Israele e in Medio Oriente la tensione rimane altissima
Il no ad un accordo tra Hamas e Israele allontana il cessate il fuoco e il relativo disegno di una tregua. E così le notizie rimbalzanti dalla zona calda del conflitto nelle ultime ore sono ancora una volta drammatiche nei numeri e nei contorni.
Un altro soldato israeliano è deceduto nel corso degli scontri nei pressi di Gaza, e il novero dei militari dell’Idf morti dall’inizio della guerra è così salito a quota 234. Senza sosta però anche i bombardamenti israeliani che hanno causato 6 vittime nelle vicinanze di Rafah e altre 12 vicino al campo profughi di Nuseirat, nel cuore della Striscia di Gaza.
Anche l’offensiva di Hezbollah dal Libano si è rifatta piuttosto intensa. Nelle ultime ore sarebbero almeno 25 i razzi lanciati da oltre confine. Numerose città e aree urbane della regione di Galilea sarebbero rimaste per diverse ore al buio, prive di elettricità.
Conclusione: Hamas respinge la proposta di Israele, e dice no allo scambio di prigionieri. Il conflitto in Medio Oriente è così destinato a proseguire per il momento
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