Biden e Netanyahu ai ferri corti: 30 mila civili morti e tante incomprensioni i nodi principali
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Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

Benjamin Netanyahu dice no alla pace, e blocca di fatto il piano di accordo promosso e disegnato dagli Stati Uniti e dai Paesi arabi. Questi ultimi in particolare si sono fatti protagonisti di un lavoro di mediazione volto a stabilizzare la calda situazione vigente ormai da qualche tempo in Medio Oriente.

Secondo diversi media internazionali però la voce di americani e sauditi avrebbe trovato un muro impenetrabile nel Governo israeliano. Il primo ministro Bibi Netanyahu in particolare si sarebbe dimostrato per il momento sordo ad ogni ipotesi di dialogo che presupponga la costituzione di un indipendente Stato palestinese.

Da Gerusalemme infatti trapela il desiderio politico di mantenere il controllo totale sulla regione vicina al mar Mediterraneo, e per stessa ammissione di Netanyahu non sembra esserci possibilità di interrompere il conflitto finché tale prospettiva non verrà garantita.

Il tutto ovviamente con un pericoloso e costante allargamento del conflitto. Basti rammentare come nelle ultime ore si sia decisamente scaldato il fronte tra Pakistan e Iran, o come nei giorni precedenti pure lo Yemen con gli Houthi abbia risposto al fuoco che imperversa nella regione.

Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi
Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

Netanyahu dice no alla pace e il conflitto in Medio Oriente prosegue verso un’escalation

Il rischio di un’escalation in Medio Oriente si fa ogni giorno più alto. A determinare un ulteriore passo in questa drammatica direzione sarebbe nelle ultime ore anche la volontà ferrea di Benjamin Netanyahu nel dire no alla pace.

Il disegno in via di definizione ormai da settimane e preparato dall’azione collaborante e collettiva di governi europei, di Stati Uniti e di Paesi arabi, non avrebbe trovato parere positivo tra i vertici dello Stato ebraico. Il primo ministro Bibi Netanyahu sarebbe in tal senso restio ad accettare le condizioni proposte.

Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi
Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

Andando in ordine il pressing di Joe Biden e di Faisal bin Farhan, ministro degli Esteri saudita, è volto ad un preciso piano di pace. Il passo numero uno sarebbe un immediato e generalizzato “cessate il fuoco”. A seguire si dovrebbe lavorare sul rilascio di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Lo step seguente, realizzabile in un contesto già più disteso, sarebbe quello di giungere ad una normalizzazione dei rapporti politici e diplomatici tra gli Stati presenti nell’area più calda del Medio Oriente. Da oltre Oceano si parla in tal senso di pacificazione dell’intero mondo arabo.

Ultimo controverso elemento sarebbe la creazione di uno Stato palestinese indipendente, soggetto all’autorità della Anp (Autorità Nazionale Palestinese) ma con completa estromissione di Hamas da ogni quadro politico-amministrativo.

Nulla di nuovo potremmo dire, visto che un programma similare è sui tavoli delle trattative internazionali ormai da poco dopo il fatidico 7 ottobre. Ma ciò che nelle ultime ore Huffington Post, Nbc e Financial Times hanno riportato sarebbe il secco no pubblicamente espresso a tale intero piano da parte di Benjamin Netanyahu.

Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi
Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

Netanyahu dice no alla pace e rende sempre più viva la minaccia di un allargamento del conflitto

In qualsiasi accordo futuro, Israele deve controllare con sicurezza tutto il territorio a ovest del Giordano. Questo si scontra con l’idea di sovranità. Cosa ci possiamo fare?

Queste le parole di Benjamin Netanyahu a proposito della posizione, ferrea e intransigente, sostenuta da Israele all’interno del quadro del Medio Oriente. Tale voce sarebbe più volte stata espressa dal primo ministro ebraico anche al collega Joe Biden, la cui opera di persuasione e convincimento per il momento non avrebbe avuto esito positivo.

La mediazione costante di Stati Uniti e Paesi arabi infatti non potrà portare a nulla di fatto se da parte israeliana non ci sarà un desiderio di apertura. Fino a quando non si riuscirà a trovare un punto di incontro internazionale la dinamica più probabile è proprio una prosecuzione continua ed esponenziale del conflitto.

Proprio la minaccia di un allargamento degli attriti medio-orientali è ciò che più spaventa la comunità internazionale. Per evitare che le recenti tensioni in Yemen, così come quelle tra Pakistan e Iran, possano sfociare in un nuovo conflitto aperto, è necessario trovare con urgenza un accordo di pace che sia condiviso e approvato in maniera unanime, Netanyahu compreso.

Ipotesi alternativa che ormai da settimane si starebbe facendo largo è quella di un avvicendamento al vertice nello Stato ebraico. L’intransigenza di Netanyahu potrebbe infatti essere eliminata sostituendo lo stesso primo ministro, sempre più inviso agli stessi israeliani, con un’alternativa più malleabile e aperta al dialogo.

Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi
Netanyahu dice no alla pace: stoppato il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

Conclusione: Benjamin Netanyahu dice no alla pace e blocca il piano di Stati Uniti e Paesi arabi

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