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Stati Generali della natalità. Il Papa incontra la “papessa” Meloni

La giornata di oggi è per distacco la più importante all’interno del programma della 3ª edizione degli Stati Generali della natalità 2023: presenti il Pontefice e la Premier all’Auditorium della Conciliazione, a Roma.

Stati Generali della natalità. Il Papa incontra la “papessa” Meloni

AAA cercasi armocromista per la Premier!

In alternativa, anche del buon senso potrebbe andare bene. Quello che evidentemente è mancato a chi ha suggerito alla Meloni di presentarsi all’Auditorium in completo bianco, da capo a piedi. A scanso di equivoci, non essendo un udienza pontificia, non vige il protocollo del privilegio del bianco–tra l’altro ufficioso dagli anni 80– per il quale solo alle regine di monarchie cattoliche o alle consorti di regnanti cattolici, e tuttavia la scelta della premier crea imbarazzo.

Capi di Stato e first ladies di Paesi non cattolici dovrebbero vestire di scuro, quest’ultime per di più coprendosi il capo.

Non è ben chiaro cosa volesse dimostrare la Presidente del Consiglio con questa scelta, che –era facile ipotizzare– avrebbe suscitato rumori di sottofondo, ma sicuramente non ne sarà euforica la cancelleria vaticana. Non è uno schiaffo al papa prigioniero ma non è certo un bel gesto trasgredire così impunemente alle “etichette di corte”.

Meloni contro la maternità surrogata

Chissà forse che il completo da papessa non volesse sottolineare un’unità d’intenti totale con il pontefice, o forse, probabilmente, voleva trasferirne per visibilia l’autorità e le responsabilità: insomma, è più facile predicare vestiti di bianco, seppur a costo di figurare come un chierichetto insolente.

Dal palco degli Stati Generali della natalità Meloni arringa la folla: «Vogliamo una nazione in cui non è scandaloso dire che, al di là delle legittime scelte personali, siamo nati tutti da un uomo e da una donna, che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano e i figli non si scelgono come fossero prodotti da banco» [Fonte: La Repubblica].

Tasso di natalità ai minimi storici. L’obiettivo del Governo

Quanto sicuramente condividono Sua Santità e la “papessa” è la preoccupazione per «l’inverno demografico» che il Bel Paese sta attraversando. L’anno passato l’Istat ha registrato il nuovo minimo storico di nascituri, come ricorda Papa Francesco: «Ho saputo che lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393 mila nuovi nati. È un dato che rivela una grande preoccupazione per il domani. Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un’impresa a carico delle famiglie. E questo, purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni, che crescono nell’incertezza, se non nella disillusione e nella paura» [Fonte: La Repubblica].

La Presidente del Consiglio non si smarca e ribadisce che le politiche nataliste sono in cima alle priorità dell’esecutivo, come confermato anche dalla presenza di Eugenia Roccella, ministro per la famiglia e le pari opportunità. Sotto il profilo quantitativo il Governo si è dato un obiettivo preciso: raggiungere le 500.000 nuove nascite per il termine del 2023. Si potrebbe definire un obiettivo minimo ma già invertire il trend potrebbe essere visto come un successo.

Per questo la maggioranza vuole imprimere una svolta sussidiaria nelle politiche di stimolo alla natalità, invece che di indirizzo dirigista come ha affermato la Premier: «Volete uno Stato etico? No al contrario, vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro, sulla loro capacità di comprendere che il destino dipende in gran parte dalla loro volontà. Noi dobbiamo costruire le precondizioni per avere il massimo ma quel massimo dipenderà dalla propria forza di volontà» [Fonte: La Repubblica].

«Natalità e accoglienza sono due facce della stessa medaglia»

Mentre il cognato della Meloni, il Ministro per l’Agricoltura Lollobrigida, continua imperterrito nella sua crociata a difesa dell’italica stirpe intervenendo a margine degli Stati generali della natalità Sua Santità riassume e racconta in poche semplici parole il legame che intercorre tra questi due temi, e no non intende la sostituzione etnica:

«Ognuno di noi sperimenta qual è l’indice della propria felicità: quando ci sentiamo ripieni di qualcosa che genera speranza e riscalda l’animo, e viene spontaneo farne partecipi gli altri. Al contrario, quando siamo tristi ci difendiamo, ci chiudiamo e percepiamo tutto come una minaccia. Ecco, la natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno» [Fonte: La Repubblica].

Pare proprio il caso di dirlo, parole sante.

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