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Champions League: il Barcellona batte il Psg 3-2, vince 2-1 l’Atletico

L’andata dei quarti di una Champions League spettacolare si è concluso con le ultime due partite BarcellonaPSG e Atletico Madrid-Boussia Dortmund che non hanno disatteso le aspettative regalando gol, emozioni e spettacolo.

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PSG-Barcellona

Andata dei quarti di Champions: la sblocca il brasiliano poi Dembélé e Vitinha ribaltano tutto, ma un capolavoro di Raphinha riapre il match. Decide un colpo di testa di Christensen. La prossima settimana il ritorno in Catalogna

TOPSHOT - Barcelona's Brazilian forward #11 Raphinha leaps in the air as he celebrates scoring Barcelona's second goal during the UEFA Champions League quarter final first leg football match between Paris Saint-Germain (PSG) and FC Barcelona at the Parc des Princes stadium in Paris on April 10, 2024. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

La copertina se la dividono Raphinha, che prima di questa notte non aveva mai segnato in Champions League e ne fa due in una volta, e Christensen, che firma la vittoria regalandosi la gioia del gol. Anche in senso piuttosto letterale, considerando che è il suo 28esimo compleanno.

La contrapposizione è evidente fin dalle battute iniziali, Mbappé da un lato e Lewandowski dall’altro guidano i rispettivi tridenti, completati da Dembélé e Asensio – il suo impiego un po’ a sorpresa – per i francesi e da Raphinha e Yamal per i catalani. Negli schieramenti titolari, Luis Enrique propone Beraldo al centro della difesa avanti a Donnarumma mentre Xavi si affida all’esperienza di Sergio Roberto, Gundogan e il rientrante De Jong a metà campo

Gigio è subito decisivo, quando al 5′ è costretto a uscire sulla propria trequarti per anticipare Raphinha dopo un clamoroso buco della propria retroguardia su un lancio di Ter Stegen. Il Psg sceglie di pressare molto alto e fa la partita nella fase di studio, ma il primo vero pericolo lo crea il Barcellona al 19′: su un calcio d’angolo dalla sinistra svetta Lewandowski e anticipa Donnarumma che esce male, lo salva Nuno Mendes allontanando in scivolata il pallone sulla linea di porta; poco dopo il portiere si riscatta deviando in angolo la conclusione da fuori area di Raphinha.

La risposta dei parigini si racchiude tutta nel tiro secco ma centrale di Dembélé, con Ter Stegen che respinge (28′). Al 37′ la gara si sblocca: Lewandowski spezza un raddoppio a centrocampo e imbecca Yamal che prova a chiudere il triangolo; Donnarumma anticipa il polacco ma non allontana, Raphinha ringrazia e porta in vantaggio gli ospiti.

Luis Enrique cambia già all’intervallo, toglie uno spento Asensio per inserire Barcola, nella speranza di trovare nuovi spunti. Il pari arriva ancor prima di trovarci una correlazione, a due minuti dalla ripresa del gioco: Dembélé raccoglie una respinta di Araujo, si libera di De Jong in area e lascia partire una bordata di sinistro sotto la traversa. Allo scoccare del 51′ la rimonta è servita, perché Fabian Ruiz ispira con tempi perfetti il taglio di Vitinha, che controlla e in diagonale fa secco Ter Stegen, battuto per la seconda volta in quattro minuti dopo un primo tempo tutto sommato sereno.

Per poco il Paris Saint-Germain non cala anche il tris, il tedesco sventa il tentativo di Barcolà con l’aiuto della traversa (55′). Xavi manda dentro un altro calciatore recuperato per questa sfida, Pedri, per l’ultima mezz’ora. Il suo corrispondente sull’altra panchina replica togliendo Kang-in per Zaire-Emery. La mossa vincente però è quella dell’ex capitano blaugrana: Pedri infatti disegna una traiettoria splendida per lo scatto di Raphinha, che al volo trafigge Donnarumma; al 62′ è 2-2.

Sei minuti più tardi l’arbitro Taylor decide di graziare Vitinha dal secondo giallo per un intervento, totalmente disinteressato dalla palla, su Lewandowski durante una ripartenza avversaria. L’ammonizione, con conseguente esclusione, sarebbe normalissima da regolamento. Le conseguenze potrebbero essere gravi: il portoghese trova col contagiri Dembélé, che apre il piatto e colpisce il palo (75′).

Il leitmotiv della contesa è l’impatto dei subentrati. Lo conferma Christensen, che non appena mette piede in campo salta più in alto di tutti su un corner e riporta avanti il Barça al 77′. L’assalto dei parigini si scontra sul muro degli ospiti come il destro di Mbappé – assente ingiustificato – che termina sul fondo dopo una deviazione. Al ritorno sarà il Psg a doversi inventare un ribaltone.

Atletico Madrid-Borussia Dortmund

L’Atletico scappa, Haller tiene vive le chance di qualificazione del Dortmund

Dortmund's Austrian midfielder #20 Marcel Sabitzer (R) reacts after Atletico Madrid's Brazilian forward #12 Samuel Lino scores his team's second goal during the UEFA Champions League quarter final first leg football match between Club Atletico de Madrid and Borussia Dortmund at the Metropolitano stadium in Madrid on April 10, 2024. (Photo by JAVIER SORIANO / AFP)

Se la difesa del Borussia Dortmund è quella vista al Metropolitano, l’Inter ha un motivo in più per mangiarsi le mani. Nel primo round dei quarti di finale di Champions League, i tedeschi arrivano a Madrid e regalano due gol all’Atletico, che negli ottavi aveva superato ai rigori proprio la squadra di Inzaghi.

Il match d’andata finisce 2-1 per i Colchoneros: a segno l’ex Udinese De Paul e Samuel Lino, che però era diffidato e, ammonito, salterà il ritorno per squalifica. Il miglior Dortmund si vede solo dall’80’ in poi: Haller beffa Oblak e accorcia le distanze, poi il baby Bynoe-Gittens e Brandt osservano i loro tiri stamparsi sulla traversa.

 All’Atletico manca Depay, decisivo contro l’Inter, ma Simeone può contare su tutti i titolarissimi. Griezmann e Morata davanti, Molina e Lino sulle fasce. Le direttive del Cholo sono chiare da subito: si difende compatti e si pressa altissimi, perché i centrali del Dortmund faticano a impostare, soprattutto quando non hanno il tempo di ragionare. La lettura è impeccabile, perché al 3’ Sabitzer perde palla e i tedeschi rischiano grosso su un contropiede di Morata. Un minuto dopo arriva l’1-0 di De Paul: il portiere Kobel gioca corto il pallone per Maatsen, che non riesce a controllare e serve un vero e proprio assist all’argentino.

Passano tre minuti e Witsel sfiora l’eurogol di tacco, ma in generale fino al 20’ in campo si vede solo la squadra di casa. Alla mezzora il Dortmund entra per la prima volta nell’area avversaria con Sancho, tenta il tiro con Nmecha, sembra tornare in partita ma… subisce il 2-0. Su una rimessa dell’Atleti al 32’, i centrali tedeschi si scontrano e regalano la palla a Griezmann, che scucchiaia per Lino e guarda il compagno segnare a tu per tu con il portiere.

Dopo l’intervallo Terzic inserisce Brandt al posto di Nmecha e il Dortmund pare in grado di tornare in partita. I gialloneri reclamano un rigore per una trattenuta di Azpilicueta su Fullkrug, ma l’italiano Guida giustamente lascia correre. Rispetto alla prima frazione, gli ospiti registrano una crescita fisica e mentale: l’Atletico fatica a contenere le iniziative di Sancho e Maatsen (già pericoloso con un tiro dalla distanza al 43’), che spingono e fraseggiano sulla sinistra.

Koke e soci, invece, si concentrano sulla gestione del doppio vantaggio, lasciando a esterni e attaccanti il compito di provare a pungere in contropiede. Al 74’ Kobel evita il tris con un miracolo: calcio di punizione di Griezmann sulla sinistra, pennellata per Lino che calcia a botta sicura e poi si dispera per la respinta dello svizzero.

Il match si accende nell’ultimo quarto d’ora. Lino fallisce una chance di testa, Hummels va ancora in tilt e favorisce Correa, che però sbaglia davanti al portiere.

All’81’ Haller chiude una bella azione trafiggendo Oblak, il Dortmund trova coraggio e si affida alle giocate di Bynoe-Gittens: il 19enne colpisce una traversa e fa ammattire Azpilicueta, ma l’Atletico tiene duro ed evita la rimonta. L’ultimo squillo arriva un attimo prima del triplice fischio, quando l’incornata di Brandt finisce ancora sulla traversa.

Conclusione: L’andata dei quarti di Champions League si è concluso con le ultime due partite PSG-Barcellona 2-3 e Atletico Madrid-Boussia Dortmund 2-1

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Editor: Ludovico Biancardi

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