Danieli sponsor di guerra
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Danieli sponsor di guerra?

É recente l’accusa di essere uno sponsor della guerra in Ucraina, che Agiya Zagrebelska muove contro il Gruppo Danieli. Secondo il capo della direzione sulle sanzioni dell’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione del governo ucraino, infatti, il gruppo siderurgico italiano intratterrebbe rapporti tali con la Russia da poter essere considerata come una sostenitrice attiva delle attività militari offensive.

Nel concreto, le accuse riguardano la fornitura di macchine utensili e componenti necessari alla lavorazione dell’acciaio al Gruppo Severstal, al controllo delle maggiori industrie siderurgiche russe, che avrebbe sfruttato le proprie forniture per sostenere materialmente le attività dell’esercito di Putin.

Precisazioni su Severstal

Il Gruppo Severstal è controllato al 75 % dall’oligarca Alexey Mordashov, che dal 28 febbraio 2022 è soggetto alle sanzioni europee. I provvedimenti europei non colpiscono direttamente il Gruppo, ma la dottrina in merito sostiene – dal 2018 – che si debba considerare sanzionata qualsiasi azienda controllata per più del 50 % da un soggetto sottoposto a sanzioni.

Da segnalare, inoltre, che il Gruppo è un fornitore di rilievo dell’esercito russo, dal momento che i suoi acciai sono destinati ad armature, mezzi di trasporto militari e scafi speciali per sottomarini e navi militari.

Precisazioni su Danieli

L’azienda italiana sostiene – tramite il suo avvocato Fabio Londero – di aver sospeso tutti i rapporti con i soggetti sanzionati e di ritenere «quanto meno imprecise» le informazioni fornite dall’Ucraina. Il contratto aperto con Severstal risale infatti al 2020, quando le attività economiche erano ancora pienamente legittime. Infine – aggiunge l’avvocato – la Danieli non ha la possibilità di controllare la destinazione degli acciai e dei semilavorati prodotti dalla Severstal.

Da precisare anche che il Gruppo Danieli, qualche anno fa, ha aperto una consociata, la Danieli Volga, che, forte di un impianto produttivo con 120 dipendenti, era specificamente pensata per gestire le forniture alla Russia. Agiya Zagrebelska nota che ad oggi, nonostante la dichiarazione di un’attività ridotta del 70 %, a seguito dell’allineamento alla politica sanzionatoria europea, e della valutazione di una cessione, lo stabilimento vanta 146 dipendenti, un numero superiore a quello iniziale, e sta provvedendo all’apertura di nuove posizioni lavorative.

La fornitura del 10 agosto 2022

Ad attirare le accuse ucraine è stata una fornitura effettuata in data 10 agosto 2022: una controllata del Gruppo, la Danieli Corus, con sede in Olanda, avrebbe fornito alla Severstal una doga di raffreddamento, necessaria a raffreddare le pareti interne degli altiforni durante le attività produttive.

L’avvocato Londero ha confermato la fornitura, ma ha ritenuto opportuno fare alcune precisazioni: in primo luogo, questa faceva riferimento a un contratto sottoscritto prima dell’imposizione di sanzioni a Mordashov; inoltre dal parere richiesto allo studio legale di Amsterdam BenninkAmar Advocaten è risultato che la fornitura non avrebbe costituito una violazione delle sanzioni; tuttavia faceva anche notare che le autorità avrebbero potuto pensarla diversamente, motivo per cui suggeriva di rivolgersi anche al Ministero degli Esteri. A luglio, quindi, la Danieli ha presentato la questione al Ministero degli Esteri olandese, senza mai ricevere risposta.

La fornitura del 09 aprile 2022

Un altro punto di scontro è stato il pezzo di ricambio fornito in data 09 aprile 2022 alla Krasny Oktyabr. Anche in questo caso, però, pare che la Danieli non abbia violato le sanzioni. Infatti il pezzo fornito non rientrava fra i prodotti soggetti a sanzioni; inoltre Dmitry Pumpyansky, oligarca che controlla per il 90,6 % il Gruppo TMK, sotto la cui ala opera anche la Krasny Oktyabr, si è dimesso dal suo ruolo di Presidente non appena è stato colpito dalle sanzioni europee, proprio per evitare danni economici al proprio gruppo.

Le sanzioni sono sufficienti?

La questione sollevata da Agiya Zagrebelska è rilevante: se lo scopo delle sanzioni imposte dall’Europa è quello di impedire o rallentare le operazioni militari russe, se ci sono soggetti che possono commerciare con aziende russe senza commettere alcuna violazione, se poi le aziende russe riforniscono l’esercito del proprio paese, dette sanzioni sono sufficienti?

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