fashion pact
Fashion,  Sostenibilità

Defezioni dal Fashion Pact

É recente la notizia secondo cui Hermès e Selfridges avrebbero deciso di abbandonare il Fashion Pact, a causa dei pochi progressi effettuati e di una generale sfiducia in merito all’iniziativa.

Gli obiettivi del Fashion Pact

Il Fashion Pact, lanciato in occasione del G7 di Biarritz dell’agosto 2019 grazie all’azione di François Pinault ed Emmanuel Macron, è un’iniziativa congiunta che mira a modificare l’approccio della moda alle questioni ambientali e a costituire una guida in direzione di una maggiore sostenibilità.

In particolare, il progetto prevede tre linee di azione, ovvero la preservazione e il ripristino della biodiversità, la salvaguardia degli oceani e l’attenzione alla sostenibilità, che porta con sé obiettivi collaterali, come l’abbandono di plastiche monouso, l’uso di fonti di energia completamente rinnovabili entro il 2030 e l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050.

I limiti del progetto

Il Fashion Pact, che afferma di rappresentare circa un terzo del mercato globale della moda, riunisce circa 60 AD di aziende del fashion system, accomunati dall’idea che le sfide per la sostenibilità ambientale siano tanto importanti da non poter essere fronteggiate da una singola azienda: i membri sono tenuti a stabilire degli obiettivi sulla base delle proprie emissioni e a presentare un resoconto annuale in merito.

Tuttavia il 40 % delle aziende che ne fanno parte ancora non hanno preso un impegno ufficiale in merito, mentre altre presentano resoconti in modo selettivo, oppure non ne presentano affatto. Tali comportamenti rendono difficile esercitare un controllo completo ed efficace.

Conclusioni

Proprio questo stato di cose ha spinto Hermès e Selfridges ad abbandonare il Fashion Pact già in questa fase iniziale di progetto pilota, affiancandosi a Stella McCartney, che lo aveva fatto due anni fa. Dall’organizzazione, tuttavia, non si dimostrano particolarmente preoccupati della cosa. Pur consapevoli della lentezza dei progressi fatti, ritengono infatti che il bilancio possa considerarsi comunque positivo.

Helena Helmersson, già AD di H&M e che da poco ha sostituito Pinault alla co-presidenza del Fashion Pact, affiancandosi al riconfermato Paul Polman, con una conclusa esperienza decennale come AD di Unilever, considera anche l’ingresso di nuovi membri, come Asics, Chloé e J. Crew Group, e ritiene normali alcune fluttuazioni nelle presenze dei membri, commentando così l’addio dei due importanti nomi:

In effetti, tutto ciò contribuisce a far sì che l’adesione sia composta da aziende fortemente impegnate sugli obiettivi del Fashion Pact e che contribuiscano al progresso collettivo dell’iniziativa.

Leggi anche:

Kering. Ridurre emissioni per essere sostenibili

Il greenwashing della moda è di moda. Perché le storie sulla sostenibilità non convincono

Overshoot day: gli italiani vivono come se avessero a disposizione 2,7 terre

Enciclopedia della moda 2023: da oggi disponibile la nuova edizione

Editor: Leonardo Santarelli

NEWSLETTER

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER!

SUPPORTA MAM-E