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Le sanzioni alla Russia dei Paesi Occidentali, ecco perché non serviranno: Putin non cambierà la sua politica

Sanzioni alla Russia: saranno davvero utili?

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato un pacchetto di sanzioni alla Russia per l’ingresso del suo esercito nel Donbass.

Le sanzioni riguarderanno il debito pubblico della Russia e alcune famiglie oligarche della classe dirigente. «Questo significa che abbiamo tagliato il governo russo fuori dalla finanza occidentale – ha specificato il presidente americano -. Non potrà più ottenere soldi dall’Occidente né finanziare nuovo debito sui nostri mercati finanziari o su quelli europei».

Ma è possibile che queste sanzioni fermeranno Putin dal compiere l’azione militare? Difficile da credere.

Sanzioni alla Russia: cosa sono?

Cosa sono a un Paese e a cosa servono?

Le sanzioni vengono intraprese da Stati o istituti sovranazionali (come l’Ue) verso un Paese per punire una violazione del diritto internazionale. L’obiettivo è far cambiare il comportamento sanzionato, e quindi la politica o l’attività del Paese di destinazione. In questo caso, l’idea è quella di evitare lo scoppio del conflitto. Le sanzioni vengono progettate per danneggiare l’economia, ma possono essere di vario tipo. Come riduzione di aiuti dall’estero, restrizioni commerciali o del movimento di capitali, divieti di viaggio e così via.

In cosa consistono le sanzioni alla Russia?

Biden ha vietato l’esportazione, la fornitura e la vendita di beni e servizi dagli Stati Uniti alle repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale. La Casa Bianca ha definito, infatti, l’ingresso delle truppe russe nelle regioni del Donbass come una vera e propria ‘invasione‘. Questo permetterà a Biden di annunciare nei prossimi giorni delle misure ancora più dure contro Mosca.

L’Unione Europea ha invece messo a punto delle sanzioni che colpiranno le banche che al momento finanziano le operazioni militari nel Donbass. Inoltre, ha bloccato i canali di finanziamento con cui la Russia accede a capitali e mercati finanziari europei. Saranno incluse anche delle misure individuali a personalità ritenute responsabili della destabilizzazione dell’area.

Non solo. La Germania è intervenuta sospendendo il processo di certificazione del gasdotto NordStream2, condizione necessaria per farlo funzionare.

Ecco perché non serviranno le sanzioni alla Russia

Non è la prima volta che la Russia riceve delle misure restrittive da altri Paesi del mondo. Nel 2014, infatti, la comunità internazionale le rivolse delle sanzioni in seguito all’annessione illegale della Crimea, che aveva dato vita a una guerra civile nel Paese.

In quell’occasione, Putin riuscì comunque nel suo obiettivo di annettere la Crimea. Dunque, è difficile immaginare che questa volta le sanzioni abbiano un risvolto utile e positivo.

A confermare questa ipotesi è stato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov. «Non c’è dubbio che le sanzioni contro di noi colpiranno duramente i mercati energetici e finanziari globali» ha detto. Ma ha anche fatto intendere che di fatto non risolveranno alcun problema.

«È difficile immaginare che Washington speri che la Russia riveda la sua politica estera sotto la minaccia di restrizioni. Non ricordo un giorno in cui il nostro Paese abbia vissuto senza sanzioni dall’Occidente. Abbiamo imparato a lavorare in tali condizioni. E non solo per sopravvivere, ma anche per sviluppare il nostro Stato», ha detto.

 

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Editor: Susanna Bosio

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