Donetsk e Lugansk
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La mossa inaspettata di Putin: Donetsk e Lugansk indipendenti da Kiev

Il presidente russo viola gli accordi di Minsk: riconosce le repubbliche di Donetsk e Lugansk e invia truppe russe in territorio ucraino per «assicurare la pace»

Donetsk e Lugansk indipendenti. Doveva incontrarsi ieri Vladimir Putin con il presidente americano. Joe Biden si era detto disponibile per parlare. I ministri Sergej Lavrov e Antony Blinken avrebbero dovuto preparare l’incontro, ma il clima è subito precipitato. Dopo settimane di tensione il presidente russo ha rotto tutti gli schemi: ha riconosciuto il Donbass e nella notte truppe russe sono entrate in territorio ucraino. Una mossa a sorpresa che fa precipitare la crisi in Ucraina, violando il trattato di Minsk e i negoziati del formato Normandia. Ai confini due morti e 12 feriti.

Putin riconosce l’indipendenza di Donetsk e Lugansk

Donetsk e Lugansk sono due repubbliche separatiste del Donbass, che Vladimir Putin ieri ha riconosciuto come parte integrante della storia e della cultura russa. Donetsk e Lugansk sono due repubbliche filorusse in territorio ucraino. In queste due repubbliche separatiste, inoltre, vi sono ricchi giacimenti di carbone, ai quali Putin non può rinunciare. Dopo un lungo discorso, facendo riferimento a Stalin, a Lenin e al governo ucraino fantoccio dell’Occidente, in Consiglio di sicurezza in diretta tv, Vladimir Putin ha annunciato e firmato il riconoscimento delle due repubbliche.

«L’Ucraina è stata creata da Lenin, è stato il suo architetto. Non è un Paese confinante, è parte della nostra storia e della nostra cultura» ha detto Vladimir Putin durante il suo discorso, sottolineando come l’Ucraina moderna sia stata creata dai russi comunisti.

«L’Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente dell’essere una vera nazione: ha sempre seguito modelli provenienti dall’estero che non trovavano riscontro nelle loro radici, nella loro storia. Non hanno fatto altro che assecondare i voleri dell’Occidente»

Per il presidente russo quindi, Donetsk e Lugansk, diventano due entità politiche indipendenti da Kiev. Ma protette da Mosca.

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Putin e l’addio agli accordi di Minsk

Donetsk e Lugansk ora sono due stati indipendenti, non più dell’Ucraina, non ancora della Russia. Essendo abitati dai russi, sono sotto la zona di sicurezza e di protezione di Mosca, alla quale sono legati da un accordo di cooperazione.

«Ritengo necessario prendere questa decisione che era matura da molto tempo», ha detto Putin, prima di dare l’ordine alle sue truppe di entrare nel territorio delle due nuove repubbliche per «garantire la pace».

Putin non ha mai avuto intenzione di arrivare a una soluzione diplomatica. Un conflitto che va avanti ormai da 8 anni. Riconoscendo così l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, Putin ha dichiarato anche la fine degli accordi di Minsk, quei protocolli a cui lui e i suoi funzionari dicevano di tenere molto.

Vladimir Putin invia truppe nel Donbass per “assicurare la pace”

Subito dopo aver assicurato l’indipendenza della autoproclamate repubbliche Donetsk e Lugansk, Vladimir Putin ha inviato truppe russe nella regione del Donbass. La motivazione del Cremlino pare sia quella di assicurare la pace. «L’Ucraina è serva dei padroni occidentali, se avrà armi di distruzione di massa il mondo cambierà drammaticamente. Kiev deve fermare immediatamente le operazioni militari» ha affermato il Presidente russo.

Subito dopo il presidente ucraino Zelensky ha replicato: «Non abbiamo paura di Mosca, di niente e di nessuno. Ci aspettiamo il chiaro sostegno da parte dei nostri alleati». Ed è stata proprio la mossa di Putin di inviare truppe russe nel Donbass per “assicurare la pace” che ha fatto scatenare l’Occidente. «È una violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale ucraina e degli Accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione» ha dichiarato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo.

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