Fernanda Pivano
Letteratura,  Storia

Fernanda Pivano: la ragazza che ha scoperto l’America

Traduttrice, scrittrice, saggista, critica letteraria, Fernanda Pivano sfugge a ogni classificazione che la chiuda in un ruolo solo. La sua missione volta volta alla conoscenza, alla scoperta, alla promozione della letteratura e della cultura americana in Italia e in Europa dura quasi un secolo.

Fernanda Pivano La vita

fernanda pivano

Classe 1917, Nanda nasce a Genova in una famiglia da lei definita più volte vittoriana. La madre è scozzese, il padre ha origini inglesi. L’astro della lingua inglese è presente sin dalla nascita.

Ma, come già anticipato, sarà l’incontro fortuito al Classico Massimo d’Azeglio con il supplente Cesare Pavese a indirizzarla verso mondo americano: Foglie d’erba di Walt Whitman, Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters e l’autobiografia di Sherwood Anderson sono i testi che il poeta piemontese le consiglia.

La ventenne Pivano si definisce “innamorata” e gli anni seguenti saranno una scorribanda di saggi, articoli e traduzioni dei migliori autori americani, fra cui Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, William Faulkner e Gertrude Stein.

Nella sua prima avventura letteraria di critica e traduttrice Pivano ne cava anche un arresto da parte delle forze fasciste, a causa della traduzione di Addio alle Armi di Hemingway, tramato di spunti antimilitaristi e antifascisti. Sarà proprio questo il primo autore con cui Fernanda avrà il primo tête-à-tête. I due si contaminano vicendevolmente

La vicenda incuriosisce Hemingway, che durante un soggiorno a Cortina, la vuole incontrare. È l’inizio di una lunga e duratura amicizia, che fa di Nanda la traduttrice ufficiale di Hemingway e che dà inizio alla sua lunga storia d’amore con la cultura d’oltreoceano.

Nel 1956 Fernanda Pivano fa il suo primo viaggio negli Stati Uniti ed entra in contatto con l’allora nascente Beat Generation, diventando nel tempo amica, traduttrice, sostenitrice di tutti i suoi componenti, da Allen Ginsberg a Jack Kerouac, da Gregory Corso a Lawrence Ferlinghetti.

Voce italiana della nuova America, sostenitrice di una letteratura libera da schemi accademici e appassionata di una cultura attenta alle rivoluzioni individuali, Fernanda Pivano negli anni Sessanta traduce, promuove e diffonde in Italia la cultura beat, parla di Bob Dylan come di un nuovo poeta, diventa un mito per un’intera generazione.

Instancabile ricercatrice di nuovi talenti letterari negli anni ottanta promuove Jay McInerny, Erica JongBret Easton Ellis, le nuove leve della letteratura americana. Un amore per la letteratura e la poesia senza confini il suo, che si espande fino alla musica. Di Fabrizio de André dice che è il più grande poeta italiano degli ultimi cinquant’anni.

Amata dai giovani fino agli ultimi anni della sua vita coltiva un rapporto d’amore e devozione con le nuove generazioni diventando amica dei più rivoluzionari cantautori del nostro panorama musicale, da Vinicio Capossela a Jovanotti, da Morgan a Vasco RossiFernanda Pivano ha attraversato un secolo, ne ha raccontato i cambiamenti, ha aperto il nostro sguardo alla realtà d’oltreoceano, ha sfidato le istituzioni promuovendo ogni forma d’arte e di comunicazione di controcultura.

Ha dato così vita alla più grande rivoluzione letteraria e culturale del nostro Paese: ha scoperto l’America.

Aveva capito che di là dall’Oceano c’era un mondo diverso

Alunna di Cesare Pavese e amica di Hemingway

Ci fu un periodo in cui l’America assomigliava ad una lunga, lunghissima strada. Erano gli anni in cui personaggi come Jack Kerouac, Allen Ginsberg e Gregory Corso, poeti e scrittori della beat generation, l’attraversavano da Est a Ovest, verso l’ignoto immenso e sconosciuto.

Oltreoceano, una ragazza torinese, Fernanda Pivano, che aveva avuto come insegnante e mentore Cesare Pavese, la guardava quella strada e sapeva che in tutto quel vergognoso disprezzo borghese che gli americani provavano verso i testi sperimentali di questi autori c’era la fiamma di una nuova visione del mondo.

Per questo, innamorata dell’America già grazie alla sua traduzione dell’Antologia di Spoon River (1943) e grazie ai suoi studi in letteratura americana, decise di seguirli.

Il ruolo di Nanda non è quello di passiva traduttrice ma elemento attivo all’interno del processo creativo dell’autore. In questi stessi anni il suo percorso di vita si lega a quello del designer tirolese Ettore Sottsass, con il quale pochi anni dopo, assieme ad Allen Ginsberg, aprirà il magazine Pianeta Fresco di matrice ecologista e psichedelica.

Con Nanda Pivano sembra realizzato l’assioma presente all’interno di On The Road, il romanzo di Jack Kerouac in prosa spontanea bibbia della beat generation:

“Le uniche persone per me sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per le parole, pazzi da salvare, desiderosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che non sbadigliano mai o dicono luoghi comuni, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio color giallo esplodendo come ragni attraverso le stelle”.

Leggi anche:

Gino Bartali: il campione che salvò gli ebrei

Harry Lambert 哈里·兰伯特

Ernest Hemingway: 62 anni fa moriva uno degli scrittori simbolo del Novecento

 

 

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!