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Gli oligarchi russi vicini a Putin: chi sono e qual è il loro ruolo in questa guerra?

Oligarchi russi pro Putin: ora sono contrari alla guerra

Il presidente russo Vladimir Putin condivide una parte di potere con una serie di oligarchi. Si tratta di un piccolo gruppo di privati cittadini che negli anni ha accumulato molte ricchezze. Oggi intraprendono stretti rapporti con la presidenza e ne influenzano le scelte politiche.

Da quando è scoppiato il conflitto con l’Ucraina, tuttavia, la maggior parte di loro non ha espresso una chiara posizione politica. Altri, però, hanno mosso le prime dichiarazioni pubbliche contro la guerra in atto. Un segnale del consenso che si fa sempre più scricchiolante nei confronti dello Zar Putin.

Gli oligarchi vicini a Putin dicono no alla guerra, ecco perché

Gli oligarchi sono stati duramente colpiti dalle sanzioni mosse dall’Occidente. Come riporta Forbes, solo nei primi tre giorni d’invasione gli uomini d’affari russi avrebbero perso 128 miliardi di dollari.

Tra Putin e questi oligarchi, che non fanno parte di istituzioni governative o pubbliche, c’è un rapporto storicamente interdipendente. Da una parte loro garantiscono al presidente stabilità e fedeltà, e dall’altra Putin garantisce l’espansione di affari e di proprietà. Ma il loro rapporto sembra tutt’altro che compatto in questo scenario di guerra.

Le prime critiche sono arrivate uno dei pesi massimi dell’élite russa super miliardaria. Oleg Deripaska, re dell’alluminio e fondatore di uno dei gruppi industriali più grandi di tutta la Russia. In un post sui social ha auspicato l’accordo di pace “il prima possibile”. In un comunicato, invece, criticava la gestione economica del governo di Putin. “Bisogna porre fine a questo capitalismo di stato”, ha scritto.

Tra loro vi è anche un Ucraino, Mikhali Fridman, dal patrimonio stimato di 15 miliardi. È stato il primo tra tutti a parlare e ha spiegato che “questa guerra costerà vite umane e danneggerà due stati che sono stati fratelli per centinaia di anni”.

Il caso di Abramovich, tra gli oligarchi pro Putin

Un caso in particolare piuttosto curioso è quello di Roman Abramovich. Petroliere russo-israeliano, è molto amico di Putin e per questo considerato una figura strategica per giungere alle trattative di pace. Quanto a dichiarazioni politiche non si è troppo sbilanciato, ma ha affermato: «Proverò a dare una mano, ma non posso dire di più, il momento è molto delicato».

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Tra tutti i magnati russi, è sicuramente il più noto anche a livello europeo. Nel 2003, Abramovich ha acquistato il club inglese del Chelsea per 160 milioni di euro. E proprio ieri ha deciso di venderne la proprietà per via delle sanzioni del Regno Unito.

Ma il suo gesto che ha più sorpreso è che i ricavati della vendita saranno evoluti in beneficienza. 3 miliardi di sterline stimate che andranno ad aiutare le vittime della guerra in corso.

Dunque, ciò che viene da chiedersi è: ma Abramovich e tutti gli altri oligarchi russi da che parte stanno realmente?

 

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Editor: Susanna Bosio

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