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Addio a Lino Capolicchio: vinse il David di Donatello con il film “Il giardino dei Finzi Contini”

Addio a Lino Capolicchio: l’attore aveva 78 anni. La carriera tra cinema, teatro e tv

Lino Capolicchio è morto ieri sera a Roma, la notte del cinema italiano, quella del David di Donatello. L’attore aveva vinto la statuetta nel 1971 con il film Il giardino dei Finzi Contini. Era un attore, sceneggiatore e regista. Aveva 78 anni.

Addio a Lino Capolicchio: gli esordi

Nato a Merano e cresciuto a Torino, Lino Capolicchio si era trasferito poi a Roma, dove ha frequentato l’Accademia nazionale d’Arte drammatica “Silvio D’Amico”.

Capolicchio è stato uno dei protagonisti della stagione dello sperimentalismo e della militanza del cinema italiano degli anni Settanta. Gli esordi professionali si compiono presso il Piccolo Teatro di Milano nella compagnia di Giorgio Strehler.

Tra i suoi film più importanti spiccano Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi e Il giovane normale di Dino Risi.

Con il regista e scenggiatore Pupi Avati lavora come protagonista in La casa delle finestre che ridono. L’ultimo film insieme era stato, nel 2019, Il signor Diavolo, con Gianni Cavina, in cui Capolicchio interpreta il sacerdote Don Dario.

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Il ruolo più celebre di Lino Capolicchio: Il giardino dei Finzi Contini

Ma il suo ruolo più celebre resta quello del giovane Giorgio, protagonista nel film premio Oscar di Vittorio De Sica Il giardino dei Finzi Contini, tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, con il quale vince il David di Donatello per la migliore interpretazione maschile. Nel 1972 vince il Premio Oscar al Miglior film straniero.

Il film racconta la tragedia delle leggi razziali che travolsero la comunità ebraica, attraverso le vicende di Micol e della sua famiglia.

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Capolicchio reciterà anche nel film Mussolini ultimo atto di Carlo Lizzani, nello sceneggiato di Sandro Bolchi La paga del sabato e nel pulp poliziesco di Stelvio Massi La legge violenta della squadra anticrimine.

D’amore non si muore: l’autobiografia di Capolicchio

Nel 2019 l’attore ha pubblicato la sua autobiografia, D’amore non si muore, con le Edizioni di Bianco e Nero di Roma.

Nel libro Lino Capolicchio racconta gli anni Sessanta e Settanta, un periodo in cui si è assistito nel mondo a una rivoluzione etica ed estetica senza precedenti, che ha coinvolto qualsiasi campo, dalla politica alla filosofia, dal cinema alla musica, dall’arte al teatro, dalla letteratura all’architettura.

Lino racconta, soprattutto, gli incontri più straordinari della sua vita: da Sergio Tofano a Giorgio Strehler, da Anna Magnani a Vittorio De Sica a Pier Paolo Pasolini, da Federico Fellini ai Beatles a Carmelo Bene e a Fabrizio De André.

 

Editor: Vittoria Ferrari

 

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