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Il piano di pace italiano per l’Ucraina: ecco cosa non funziona e perché non piace al Cremlino

Il caso del piano di pace per l’Ucraina presentato da Luigi Di Maio

Il piano di pace in Ucraina proposto dall’Italia e presentato all’Onu la scorsa settimana sembra ormai destinato a fallire. Anzi, è quasi diventato un giallo, con il ministero degli Esteri russo che sostiene di non averlo mai ricevuto e altri vertici che non si trovano d’accordo con i punti proposti.

Insomma, nonostante sia stato presentato come soluzione concreta per porre fine alla guerra, sembra che il piano non sia mai davvero partito. Il contenuto è in realtà abbastanza confuso e non ha ottenuto grande sostegno dai governi internazionali, tanto meno da Russia e Ucraina. Di fatto, la proposta di Luigi Di Maio non avrà grande futuro nelle prossime trattative diplomatiche.

Ma quali sono le motivazioni di questa rapido fallimento?

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Piano di pace in Ucraina: nessuna novità nei punti proposti

Si era venuti a conoscenza del piano di pace lo scorso 18 maggio, quando Di Maio lo consegnò al segretario generale dell’Onu, António Guterres. Il documento contiene un percorso in quattro tappe che permetterebbero di raggiungere la soluzione diplomatica del conflitto.

Questi quattro punti sono così divisi: cessate il fuoco immediato; Ucraina neutrale; compromesso per Crimea e Donbass; patto di sicurezza internazionale. Si tratta ovviamente di passaggi fondamentali per definire la normalizzazione dei rapporti con la Russia e le condizioni per una pace di lungo periodo. Tuttavia, ci sono alcuni problemi di struttura che non possono essere ignorati.

Il piano sembra non portare grosse novità o miglioramenti dal punto di vista diplomatico. Non è del tutto chiaro come si arriverebbe ad ottenere un cessate il fuoco immediato e quali sarebbero le soluzioni per le zone contese o per la creazione di un patto di sicurezza.

Si prevedono una serie di elementi che di certo andrebbero a contrastare con quelli che sono i fondamentali interessi del regime di Putin. Ma se Mosca dovesse poi ripensarci, di fronte agli insuccessi militari, il piano le consentirebbe di ottenere più di quanto otterrebbe con le armi. Dunque, in sostanza è un piano contrario agli interessi e alla difesa dell’Ucraina.

Il giallo intorno al piano di pace per l’Ucraina

Il giallo, tuttavia, resta. Di Maio ha consegnato a Guterres il piano la scorsa settimana, ma da lì non è chiaro a chi sia arrivato. L’Ucraina non ha dato conferme di averlo ricevuto. Così come la Russia, dove il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha affermato di non averlo ancora ottenuto e visionato.

Eppure, sembra che a Mosca qualcuno l’abbia visto, forse attraverso i media. L’ex presidente russo Medvedev ha rifiutato la proposta con toni violenti, definendola “un puro flusso di coscienza slegato dalla realtà”. Secondo lui, infatti, “l’idea di una completa autonomia della Crimea come parte dell’Ucraina causerebbe una guerra a pieno titolo“. Sul Donbass, invece, Medvedev ha riferito che “ha finalmente deciso il suo destino e non tornerà più all’Ucraina”.

Nemmeno gli alleati occidentali hanno commentato il piano. E, cosa ancora più assurda, Mario Draghi non ha mai fatto parola pubblicamente di questa proposta. Di Maio negli scorsi giorni ha ritrattato, riducendo le aspettative e definendo il piano come un “lavoro embrionale”.

Non è comunque da escludere che si tratti di un documento più dettagliato rispetto a come è emerso dai media. Ma dalle informazioni disponibili al momento appare piuttosto vago e, soprattutto, non in linea con i veri interessi europei ed ucraini.

 

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Editor: Susanna Bosio

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