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Draghi in Algeria per l’intesa sul gas: avviato il piano di indipendenza dalle forniture di Mosca

Mario Draghi firma oggi in Algeria un piano sul gas

L’Algeria è la prima tappa per il premier Mario Draghi, accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per garantire la nostra sempre maggiore indipendenza dal gas di Mosca. Oggi l’incontro sarà con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune e avrà l’obiettivo di assicurare un aumento delle forniture energetiche all’Italia.

L’obiettivo, infatti, è chiaro: liberarsi rapidamente dal gas russo e smettere di finanziare, anche se indirettamente, la guerra di Putin. E, soprattutto, mettere in sicurezza le forniture e non trovarsi costretti ai razionamenti durante l’inverno.

Draghi in Algeria: prima tappa verso l’indipendenza sul gas

Il viaggio in Algeria è il primo di una serie che il premier affronterà nelle prossime settimane per accelerare il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento. L’accordo di oggi che verrà firmato con Tebboune mette una pezza alla situazione, ma non è sicuramente risolutivo. Sarà necessario stringere altre intese per sganciarsi dal “ricatto” putiniano.

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Dopo Pasqua, quindi, sarà la volta di Congo, Angola e Mozambico. Paesi con cui l’Italia vuole rafforzare i rapporti energetici, così come già fatto con Azerbaijan e Qatar. L’Algeria è il nostro partner principale africano. Ci fornisce, infatti, il 31% del nostro import (secondo dopo la Russia), tramite il gasdotto TransMed che attraversa la Tunisia e il Mediterraneo per arrivare a Mazara del Vallo, in Sicilia.

Per questo motivo, Draghi cercherà oggi di suggellare le intese preparate da Di Maio ed Eni per fare dell’Algeria il nostro primo fornitore di gas, scalzando Mosca. L’intenzione, come ha riportato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è quella di far passare Algeri dagli attuali 20 miliardi di metri cubi di gas forniti a oltre 30.

Accordo tra Draghi e Algeria, ma a Mosca non sta bene

Nel frattempo, tra l’Italia e la Russia è un continuo botta e risposta. Su Telegram, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha scritto: “Di Maio ha fatto confusione, come sempre. Non è la Russia che ricatta l’Unione europea sulle forniture di gas, ma è l’Ue che ricatta la Russia tramite sanzioni e minacce di ulteriori restrizioni. E intanto rafforza le forze armate dei suoi Paesi sui confini russi e fornisce armi di ogni tipo all’Ucraina”.

La replica del portavoce di Di Maio, Giuseppe Marici, è arrivata nell’immediato. “Ricatti? Il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli per contratti di gas già in corso. Quella russa è una richiesta chiaramente inaccettabile”, ha detto. “Come Unione Europea, giustamente, stiamo potenziando un piano di sicurezza energetica a tutela dei nostri cittadini”, ha infine aggiunto.

 

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Editor: Susanna Bosio

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