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Erdogan vince e rimane al potere

Il Sultano, Recep Erdogan, vince ancora una volta le elezioni, con il 52% di voti favorevoli.

Erdogan vince e rimane al potere

Niente da fare per le opposizioni, continua la dinastia Erdogan, che con questa vittoria si conferma al potere per altri 5 anni, protraendo così ulteriormente la propria presenza al vertice dello Stato, che mantiene stabile sin dal lontano 2014, dopo essere stato Primo Ministro addirittura sin dal 2003.

È uscito sconfitto Kemal Kiliçdaroglu, il «Gandhi turco» attorno alla cui figura si erano rinsaldate le fila di tutti i partiti di minoranza, seppur con uno scarto molto ridotto. Il risultato, in realtà, appariva più scontato di quanto non si lasciasse trasparire alla vigilia, tuttavia gli osservatori internazionali davano per improbabile una vittoria al ballottaggio e così si è dimostrato.

«Solo la Turchia ha vinto oggi», tuona il Presidente davanti alla folla festante di Kiskili. «La mia vera tristezza riguarda le difficoltà che attendono il Paese» ha invece affermato uno sconsolato Kemal Kiliçdaroglu e ne ha ben donde. A partire dai diritti civili, croce e delizia della prospettiva con cui Erdogan scruta il mondo: l’Occidente lo frusta sulla questione ma non ha la capacità di intervenire realmente, mentre la Russia guarda con piacere a un modello autocratico con cui condividere nemici interni e slogan nazionalisti.

Neanche il tempo di festeggiare la vittoria che subito arriva l’affondo del leader dell’Akp: «Nella nostra cultura la famiglia è sacra, strangoleremo chiunque osi toccarla». Chiaro monito alla “famiglia LGBT“, che non troverà cittadinanza sul suolo turco.

Nondimeno, il Sultano ha incassato gli auguri e le congratulazioni dei principali leader al mondo, da Putin a Zelensky, da Biden a Ursula Von Der Leyen.

La Turchia è fronte caldo, impegnata su tutte le sponde delle dispute internazionali, dalla Giordania alla Siria, dall’Azerbaijan all’Ucraina–sulla quale non potrà essere considerata in qualità di mediatore per il supporto militare fornito all’Ucraina, ha fatto sapere Mosca–sino alla questione migranti che interessa prioritariamente l’Unione Europea e che materialmente vede la Turchia impegnata in primis in Libia e nell’Egeo.

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