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I Russi bloccano il grano dell’Ucraina: rischiamo una crisi alimentare globale

Il grano dell’Ucraina non viene più esportato: cosa potrebbe succedere?

Tra le numerose conseguenze della guerra voluta da Putin, comincia a preoccupare lo spettro di una pericolosa crisi alimentare globale. L’Ucraina, infatti, è uno dei principali produttori di grano al mondo, ma ora tutte le sue produzioni sono bloccate nei porti del Mar Nero dall’esercito russo. Ciò provoca un fermo nelle esportazioni di milioni di tonnellate di cereali, ma anche un soffocamento dell’economia di Kiev.

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Ucraina: il furto del grano per mano russa

Ad oggi, il grano prodotto in Ucraina si trova all’interno di enormi silos, ma dovrebbe già essere in Asia, in Egitto, in Sudan e Nigeria. Il frumento di Kiev è divenuto un vero e proprio prigioniero di guerra e va fatto evacuare al più presto.

Nel Paese si contano 25 milioni di tonnellate stoccate, tra cereali come grano, orzo e mais, ma anche semi di girasole, che sarebbero destinate al mercato estero. Prima della guerra, il 95% del commercio dipendeva dalle vie sul mare. È dal 24 febbraio, tuttavia, che il porto di Odessa è completamente bloccato. Inoltre, “abbiamo 13 porti, ma quelli di Mariupol, Kherson, Skadovsk e Berdyansk sono in mano russa e abbiamo perso i contatti”, ha spiegato Oleksandr Holodnystsky (commissario dell’Autorità portuale nazionale).

Dalle foto satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, sembra che alcune navi russe stiano caricando del grano ucraino rubato. Il presidente ucraino Zelensky da giorni denuncia i furti del grano, e di fronte all’evidenza decide di rinnovare la richiesta internazionale di aiuto. “La comunità mondiale ci aiuti a riaprire i porti marittimi – ha detto – altrimenti la crisi energetica sarà seguita dalla crisi alimentare”. Zelensky, quindi, continua a fare richiesta all’Occidente di armi più potenti. L’obiettivo è il controllo dell’Isola dei Serpenti, di fronte a Odessa: chi la occupa ha il controllo dell’intero Mar Nero. E dall’inizio del conflitto è nelle mani russe.

Grano bloccato in Ucraina: le possibili conseguenze

La questione si sta facendo estremamente seria e preoccupante, e non solo per l’Ucraina. Infatti, Kiev, insieme a Mosca, costituisce il 28% del mercato del grano in tutto il mondo. A parlare di questo problema sono anche le istituzioni internazionali, dall’Onu all’Unione Europea.

Ursula von der Leyen ha aperto gli occhi di tutti i leader europei sul problema. “L’Ucraina è uno dei Paesi più fertili al mondo, e ora i suoi campi di grano sono stati bruciati. Oggi l’artiglieria russa sta bombardando i depositi di cereali ucraini deliberatamente”, ha affermato.

Dall’ultimo incontro tra governo britannico e alleati è emersa un’idea per cercare di frenare i furti dei prodotti per mano dell’esercito russo. L’intenzione è proteggere i cargo ucraini carichi di grano inviando navi da guerra europee e non solo. Una mossa rischiosa ma necessaria per tutti quegli Stati che in assenza delle forniture dall’Ucraina rischierebbero di rimanere senza i beni primari. Anche i Paesi della Nato, Stati Uniti compresi, sarebbero pronti a sviluppare rotte sicure che garantiscano l’uscita dall’Ucraina della produzione di mais e grano, anche di fronte al blocco dei porti sul Mar Nero.

Necessario fare scorte?

A causa della situazione attuale, le aziende che nel nostro Paese producono alimenti fatti con il grano stanno avendo sempre più difficoltà a portare avanti la loro produzione. Si stima, infatti, che prodotti come pasta, pane e biscotti, ad esempio, aumenteranno di prezzo in maniera esponenziale. Un’emergenza che inevitabilmente porta con sé il rischio di razionamenti sul cibo.

In Spagna si sta già assistendo a fenomeni di razionamento all’interno dei supermercati. In Italia bisogna aspettare di verificare se le aziende saranno in grado di trovare altre linee di approvvigionamento valide. Dunque, l’importante per il momento è non gettarsi tra gli scaffali e iniziare a fare le scorte lasciandosi prendere dal panico, perché tutti gli Italiani devono poter accedere a questi prodotti.

 

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Editor: Susanna Bosio

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