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Dove andare a Pasqua: itinerari di luoghi e tradizioni

Anche quest’anno la Pasqua è arrivata accompagnata dalla speranza di un clima sereno: le tiepide temperature primaverili hanno preso il posto del più rigido inverno e il sole sta tornando a scaldare le giornate. Che si tratti di un fine settimana, di una vacanza in piena regola o semplicemente di una gita fuori porta, tutti abbiamo voglia di tornare all’aria aperta e approfittare della pausa festiva per qualche attività fuori dall’ordinario. Ecco quindi le località migliori per una gita pasquale in Italia.

Dove andare a Pasqua: destinazioni e riti del folklore italiano

Abruzzo

Famosa per i suoi confetti, Sulmona (AQ) è un piccolo gioiello della Conca Peligna, inserita nell’ameno contesto del Parco Nazionale della Maiella. Ai resti architettonici della città romana che ha dato i natali a Ovidio si sono aggiunti altri elementi del patrimonio architettonico, come chiese e palazzi signorili, che sono valsi alla cittadina il titolo di “Siena degli Abruzzi”.

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Vista di Sulmona.

Con certezza dal ‘600, ma forse addirittura a partire dal Medioevo, la domenica di Pasqua la cittadina è animata dalla festa della Madonna che scappa, che ha luogo a mezzogiorno in Piazza Garibaldi e ricorda l’incontro della Madonna con il figlio risorto.

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Un momento della festa della Madonna che scappa.

I membri della Confraternita della Madonna di Loreto, vestiti di verde, portano le statue di San Pietro e San Giovanni fino alla Chiesa di San Filippo, dove è custodita la statua della Madonna. Giovanni annuncia la resurrezione per primo, ma lei non ci crede; poi è il turno di Pietro, ma il portone resta ancora chiuso; infine riprova Giovanni, che la convince a uscire.

A quel punto la statua della Madonna sfila, incredula e vestita a lutto, in un silenzio tombale, finché vede la statua di Cristo, sotto uno degli archi dell’Acquedotto Svevo: allora inizia a corrergli incontro, mentre il manto nero lascia il posto a quello verde e la mano stringe una rosa al posto del fazzoletto per le lacrime. Contestualmente si alzano in volo 12 colombe bianche e dalla folla si leva un fragoroso applauso.

Basilicata

Attestato come casale dal XIV secolo, Barile (PZ) crebbe nei tre secoli successivi, grazie all’arrivo di ondate di coloni greci e albanesi, che importarono i propri usi e costumi, nonché il culto della Madonna di Costantinopoli (il cui santuario si trova a circa 1 km dall’abitato) e scavarono nel tufo lavico le grotte in cui si trasformano e conservano le uve per l’Aglianico DOC.

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Le grotte per la conservazione delle uve di Barile.

Il piccolo comune è noto soprattutto per la Processione dei misteri del Venerdì Santo, di lontana ascendenza albanese: un corteo di oltre 100 figuranti scelti tra la gente del posto inscena una via crucis in cui si distinguono centurioni romani e personaggi alieni alla cultura italiana.

Fra questi il più noto è quello della Zingara, simbolo di lussuria, che secondo la tradizione fornì i chiodi forgiati per la crocifissione. Da Natale in poi la ragazza che la impersonerà raccoglie gli ori antichi delle famiglie del paese: con questi si adorna, appesantendosi di oltre 20 chili, e si pavoneggia durante la processione, incurante delle sofferenze dei cristiani, sorridendo e distribuendo ceci alla gente.

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La zingara alla Processione dei Misteri di Barile.

Calabria

Spesso annoverato fra i borghi più belli d’Italia, Bova (RC), arroccato sul versante est dell’Aspromonte, è considerato capitale culturale della Calabria Greca, dove ancora si conservano tracce di un idioma greco, e si narra che sia stato fondato dalla regina greca Oichista. Il dominio aragonese vi ha lasciato le rovine del Castello Normanno, risalente all’XI secolo.

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Vista di Bova.

A fondere il folklore cristiano con quello magno-greco è la processione delle Persefoni, che si svolge ogni anno durante la Domenica delle palme: le statue delle Persefoni, realizzate con rami di ulivo, foglie e frutti raccolti nei campi circostanti, vengono portate in processione per le vie del borgo da un corteo di abitanti.

Dopo essere state benedette dal parroco della chiesa di San Rocco, vengono portate in Piazza Roma, dove si procede a smontarle e distribuirle fra i presenti, per simboleggiare la necessità di condividere le ricchezze della terra.

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Le Persefoni di Bova.

Campania

Antica Repubblica Marinara e perla della Costiera cui dà il nome, Amalfi (SA) è un piccolo comune costiero in cui la spiaggia e il porto si affiancano alla presenza del Museo dell’Arsenale, che ne ricorda la storia repubblicana, e di un impressionante Duomo di epoca tardomedievale.

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Vista del Duomo di Amalfi.

Il Venerdì Santo, dopo il tramonto del sole, ha luogo la processione notturna del Cristo morto: tutta la città, in pieno silenzio, spegne le sue luci e si lascia illuminare solamente dalle fiaccole e dai bracieri portati dai processionanti, che procedono vestiti e incappucciati da un saio bianco e portano con sé la statua del Cristo morto, conservata durante il resto dell’anno presso il Duomo.

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I processionanti sulla scalinata del Duomo.

Emilia Romagna

Posto lungo la Via Emilia, Gambettola (FC) è un piccolo comune la cui principale attrazione è la parrocchia seicentesca di Sant’Egidio Abate.

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Vista di Gambettola.

Nonostante il suo basso profilo, la cittadina è animata, a partire dal 1886, dall’omonimo Carnevale, che consta di due sfilate, in programma il Lunedì dell’angelo e la domenica successiva, che racchiudono una settimana di eventi e spettacoli per tutte le età.

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Il Carnevale di Gambettola.

Friuli Venezia Giulia

Cividale del Friuli (UD) è un pittoresco borgo nei pressi del confine con la Slovenia, che vanta un passato denso di storia: prima capitale del regno longobardo in Italia, della cui cultura conserva alcune fra le migliori testimonianze, in seguito fu, per alcuni secoli, sede della residenza dei Patriarchi di Aquileia. La cittadina, che si sviluppa a cavallo del fiume Natisone, sembra conservare, oltre al palazzo dei conti Pontotti, anche alcune testimonianze celtiche.

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Vista di Cividale del Friuli.

Nei giorni di Pasqua Pasquetta il borgo fa rivivere ai suoi abitanti l’antico gioco del Truc, che consiste nell’approntare una conca ovale in sabbia, all’interno del quale far scivolare da una tegola, senza spinta, delle uova di gallina dipinte, simbolo pasquale per eccellenza, con lo scopo di colpire una o più uova all’interno della conca; il proprietario dell’uovo colpito, per tornare a lanciare, deve riscattarlo con una moneta.

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Il gioco del Truc.

Lazio

Se non si vuole optare per la tradizionale Via Crucis di Roma, cui prende parte anche il Papa, si può scegliere di visitare Civita di Bagnoregio (VT), la cui posizione – arroccata con uno splendido paesaggio sullo sfondo – e il cui sparuto numero di abitanti sono valsi alla località il soprannome di città che muore.

I pochi edifici, ormai diventati una meta turistica gettonata, si trovano su uno sperone di tufo la cui erosione ne mette a rischio la persistenza, lasciando agli spettatori il dubbio di quanto durerà quest’immagine di bellezza.

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Vista di Civita di Bagnoregio.

Da 400 anni il Venerdì Santo, alle 21:30, dal centro storico di Bagnoregio parte una processione in cui si alternano costumi di epoca romana ricostruiti storicamente, iconografie religiose trasportate a spalla e animate da una fiamma viva e la scultura lignea del Santissimo Crocifisso di Civita di Bagnoregio, che costituisce il fulcro fondamentale dell’evento.

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Il Santissimo Crocifisso di Civita di Bagnoregio.

Liguria

La Riviera di Ponente, situata fra Genova e Ventimiglia, è caratterizzata da una grande varietà di paesaggi: alla Riviera dei Fiori (da Ventimiglia a Capo Mimosa) succede la Riviera delle Palme (in provincia di Savona) ed entrambe comprendono spiagge, valli agricole e borghi arroccati nel mezzo della macchia mediterranea. Il territorio comprende cittadine che meritano una visita, come Sanremo o Bordighera, Alassio e Finale Ligure.

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Vista del lungomare di Sanremo.

Durante l’intera Settimana Santa, le chiese della Riviera si ornano dei cartelami, una forma di rappresentazione sacra realizzata su tela o cartone. Questi apparati effimeri, la cui presenza è attestata con costanza dal primo periodo barocco, constavano di sagome di cartone (da cui il nome) venivano montate su telai mobili disposti intorno all’altare, con lo scopo di dilatarne lo spazio.

Nel tempo la dimensione di tali apparati crebbe sempre più, dando origine a scenografie monumentali. Oggi il cartelame più grande e pregiato dell’intera riviera, sottoposto a restauro nel 2013, è quello della chiesa di San Matteo a Laigueglia.

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Cartelame della chiesa di San Matteo a Laigueglia.

Lombardia

Vertova (BG) è una piccola cittadina della Val Seriana: fino agli anni ’80 sede di importanti manifatture tessili, oggi si presenta come un’oasi naturalistica che apre le porte della valle omonima, perfetta per escursioni e attività all’aria aperta.

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Una vista della Val Vertova.

Ogni anno, dal XVI secolo, la sera del Venerdì Santo si tiene a Vertova la Solennissima Processione, a cui prendono parte abitanti e turisti e che prevede la deposizione di una statua lignea di Cristo, appositamente realizzata nel 1725 dai Fantoni di Rovetta, su di una lettiga.

Quattro figuranti in costume, che rappresentano i Giudei, salgono su due piccole scale poste ai lati del crocifisso e, con dei colpi di martello assestati dalla parte opposta in cui sono infissi i chiodi, liberano le braccia snodabili della statua, che ricadono sul petto della stessa.

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La deposizione di Cristo durante la Solennissima Processione.

Marche

Alle pendici del Monte Catria, Cantiano (PU) sorge fra le rocche di Colmatrano e Sant’Ubaldo, che conservano rispettivamente una torre militare e il castello dei Gabrielli di Gubbio. All’interno di un’amena riserva regionale, la cittadine, che gode della bandiera arancione del Touring Club Italiano, è diventata famosa per le amarene eponime, un’eccellenza gastronomica ottenuta dalla conservazione delle visciole in uno sciroppo zuccherino.

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Vista di Cantiano.

Ogni Venerdì Santo, dal 1939, tutto il paese è coinvolto nella realizzazione della Turba, una forma di teatro popolare che mette in scena la passione, la morte e la resurrezione di Cristo e a cui la comunità partecipa con orgoglio. Gli spettatori si spostano di piazza in piazza per seguire le varie scene, fino al momento dell’ascensione al Golgota (inscenato su un colle che sovrasta il paesino), che avviene durante una lunga processione illuminata da torce.

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Un momento della Turba di Cantiano.

Molise

Poco visitato, Campobasso (CB) è il capoluogo del Molise. Nata probabilmente da un campo militare romano, la città si sviluppò in epoca longobarda e passò poi di signoria in signoria, subendo una dominazione dopo l’altra. A cavallo fra XV e XVI secolo, la popolazione acquistò il feudo tramite la reclamatio ad demonium e ne affidò la gestione a Pasquale Romano. Da allora il comune si estese e fiorì commercialmente.

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Vista di Campobasso.

Ogni Venerdì Santo, alle 17:00, dalla chiesa di Santa Maria della Croce parte una processione accompagnata dal Teco vorrei o Signore, un inno composto all’inizio del XX secolo da Michele de Nigris sulle parole di Pietro Metastasio, che i presenti intonano, riempiendo di mestizia l’atmosfera delle vie, finché non vedono passare la statua di Cristo, seguita da quella della Madonna, che sostano nei luoghi della città dove c’è più sofferenza e poi fanno ritorno in chiesa.

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Un momento della processione del Venerdì Santo.

Piemonte

Il Piemonte meridionale vanta territori perfetti per uscite fuori porta, tour enogastronomici, gite in campagna e visite ad antichi borghi: si tratta del Roero, delle Langhe e del Monferrato.

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Vista del panorama del Piemonte meridionale.

In questi territori, durante la Quaresima, dei gruppi di giovani danno seguito all’antica usanza del Cantè J’Euv (questua delle uova), che prevedeva che di notte ci si recasse presso le aie delle cascine più lontane, iniziando a cantare sotto le finestre dei padroni di casa affinché questi dessero un dono in cambio dell’auspicio di nuova vita di cui i giovani erano portatori. Essendo i proprietari perlopiù contadini, il dono consisteva spesso in uova fresche o altri generi alimentari.

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Un momento dei Cantè J’Euv.

Puglia

Sita fra due solchi erosi nel tempo dalle acque pluviali che scendono dalle Murge verso il mare, la lama di San Vincenzo e la lama ParadisoNoicattaro (BA) è un piccolo paesino che sorge su un pendio digradante, caratterizzato da abitazioni in tufo raccolte intorno alla Collegiata di Santa Maria della pace, risalente al XII – XIII secolo, che costituisce il principale polo attrattivo.

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Vista di Noicattaro.

Durante il Giovedì Santo ha luogo la processione dei Crociferi: uomini vestiti di nero, con un cappuccio calato sul volto e una corona di spine sul capo, attraversano in ginocchio la chiesa della Madonna della Lama e poi si flagellano gli omeri con delle catene che portano attaccate alle caviglie.

Dopo l’accensione di un falò sul sagrato della stessa, alle 20:00, i Crociferi iniziano una processione, accompagnata dai bambini del borgo, che portano in mano fiaccole e trozzue, nell’intento di ricordare la folla di pretoriani che accompagnò Cristo da Pilato.

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Un momento della processione dei Crociferi.

Sardegna

Annoverato fra i borghi più belli d’Italia, Castelsardo (SS), che è stato per secoli una fortezza inespugnabile, è stato costruito attorno al castello dei Doria, probabilmente risalente al 1102. Fu poi una sede vescovile, fino alla costruzione della Cattedrale di Sant’Antonio Abate (1586), e, sotto i Savoia, assunse la denominazione attuale.

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Vista di Castelsardo.

Ogni anno, il Lunedì Santo, ha luogo la processione notturna di Lunissanti, durante la quale i Confratelli dell’Oratorio di Santa Croce, con il capo coperto da cappucci bianchi a punta, percorrono le vie del borgo illuminate dalle lampade a olio. Divisi in due gruppi, gli Apostuli si fanno portatori dei simboli di passione, crocifissione e deposizione, mentre i Cantori intonano canti di origine pregregoriana, dirigendosi verso la Basilica di Nostra Signora di Tergu.

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Un momento della processione di Lunissanti.

Sicilia

Prizzi (PA) sorge in una zona montuosa all’interno della Sicilia nordoccidentale, a 1045 metri d’altezza, nella quale gli abitanti dell’antica Hippana furono costretti a fuggire dopo l’arrivo dell’esercito romano. Oggi i suoi edifici, arroccati sul versante montuoso, si stagliano fra due riserve naturalistiche, cioè quelle di Monte Carcaci e quella di Palazzo Adriano e Valle del Sosio.

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Vista di Prizzi.

In questo piccolo centro abitato, il giorno di Pasqua la Morte, riconoscibile dal costume giallo e dalla maschera con il ghigno, sceglie fra i passanti delle vittime da condurre all’inferno (cioè in un’abitazione designata), dal quale potranno liberarsi con una piccola offerta in denaro.

Ad aiutarla ci sono i Diavoli, vestiti invece con un costume rosso. Nel momento della processione, i Diavoli tentano due volte di impedire l’incontro tra la statua della Madonna e quella del Cristo risorto, dando il via al tradizionale Ballo dei Diavoli; al terzo tentativo, però, vengono uccisi dagli Angeli e la Madonna riesce a riabbracciare il figlio: allora perde il suo manto nero, lasciando vedere quello tradizionalmente celeste, mentre le campane iniziano a suonare a festa.

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Il Ballo dei Diavoli di Prizzi.

Trentino Alto Adige

Immersa in prati e campi e con le Dolomiti sullo sfondo, Villabassa (BZ) è una delle località di villeggiatura già tranquille del Trentino, che costituisce un ottimo punto di partenza per escursioni a piedi e in bicicletta, ma può anche offrire momenti di benessere, grazie alla presenza di un percorso Kneipp.

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Vista del paesaggio di Villabassa.

In questa tranquilla località, la mattina di Pasqua ha luogo la gara del beccheggio delle uova, i cui partecipanti sono dotati di un uovo sodo e hanno lo scopo di rompere quello degli avversari. Il vincitore è colui che riesce a mantenere integro il proprio uovo.

Toscana

Non ha neppure bisogno di presentazioni Firenze (FI): capitale culturale italiana da secoli, è meta sia del turismo enogastronomico, favorito dalle campagne circostanti, sia di un floridissimo turismo culturale, che può contare su un enorme numero di musei.

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Vista di Firenze.

É dai tempi della prima Crociata che ha luogo la festa dello scoppio del Brindellone. Nell’odierna cerimonia, inaugurata dalla famiglia Pazzi, la mattina di Pasqua un carro viene trainato da due buoi bianchi infiorati dal Piazzale del Prato fino in Piazza Duomo, dove viene posizionato fra il Duomo e il Battistero. Lì si dà fuoco alla miccia della colombina e, al canto di Gloria in Excelsis Deo, prendono fuoco i mortaretti e i fuochi d’artificio disposti sul carro.

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Il momento dello scoppio del Brindellone.

Umbria

Tra i più antichi comuni della regione, Gubbio (PG) vanta una storia secolare e ricca di frequentazioni: ancora oggi conserva le tracce di un passato che si muove fra la civiltà umbra, la dominazione romana, la conquista bizantina e poi quella longobarda, a cui seguirono la sottomissione al Ducato di Urbino e poi il passaggio allo Stato della Chiesa, nel 1631.

Nonostante le sue traversie storiche, l’architettura è rimasta fedele a quella medievale e rievoca le atmosfere dell’epoca; all’arte e al buon cibo si affiancano anche le aree naturalistiche del Parco del Monte Cucco e della Gola del Bottaccione.

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Vista di Gubbio.

Il Venerdì Santo, dalle 19:30, prende avvio la processione del Cristo morto, durante la quale la città è percorsa dai membri della Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce, vestiti e incappucciati di bianco, che portano statue, rosari, croci e simboli della passione.

La processione è aperta dal suono di ferraglia delle battistrangole e si chiude al canto del Miserere. Particolarmente suggestiva è l’accensione di focaroni (cataste di legna alte circa 4 metri) e torticci (cesti ripieni di legna), cui si dà fuoco al passaggio della processione.

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La processione del Cristo morto di Gubbio.

Valle d’Aosta

Situata ai piedi del Monte Bianco, Courmayeur (AO) è una località particolarmente rinomata in inverno, per le sue piste sciistiche; tuttavia si tratta di un’oasi di relax che può concedere bei momenti a contatto con la natura e l’aria fresca della montagna anche durante la stagione primaverile.

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Vista del panorama di Courmayeur.

Ogni anno, il giorno di Pasquetta, l’intero centro cittadino ospita la Foire de la Pâquerette, diventata un appuntamento annuale fisso dal 1996, quando è stata ideata da un gruppo di amici per celebrare la fine dell’inverno. In un clima festoso, fra musica e folklore, gli abitanti e turisti possono passeggiare fra gli espositori della fiera, che rappresentano il meglio dell’artigianato locale.

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Foire de la Pâquerette.

Veneto

Un’altra città che non ha bisogno di presentazioni è Venezia (VE), da sempre meta da sogno per i turisti di ogni epoca e provenienza. Adagiata placidamente sulla laguna omonima, sa unire il fasto di un passato che non c’è più e la progettualità per l’avvenire. Arricchita dai contatti passati con la cultura orientale, riesce oggi a restituire una personalità unica e inimitabile, ricca e variegata, testimone dello stratificarsi della storia.

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Vista di Venezia.

Presso la chiesa di San Francesco della Vigna si può ammirare, recente di restauro, il Crocifisso parlante, una scultura lignea risalente al XV secolo e che, tramite un meccanismo purtroppo non conservato, permetteva di far muovere la lingua all’interno della bocca del Cristo; al contempo, era probabilmente l’inserimento di due bastoncini d’incenso in fori praticati sul retro della nuca a far uscire dalla bocca un sottile fumo, che simboleggiava l’ultimo respiro esalato sulla croce.

 

 

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Il Crocifisso parlante veneziano.

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Conclusione: Un itinerario fra le tradizioni del folklore italiano, per sapere dove andare a Pasqua, per una gita fuori porta o una vacanza.

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