Come siamo arrivati alla guerra e cosa (non) ha fatto l’Occidente per evitarla
Ma come è scoppiata la guerra? L’Occidente poteva fare di più?
Perché è scoppiata la guerra in Ucraina? Come ci siamo arrivati a questo? La guerra si poteva evitare? L’Occidente (Usa, Nato e Ue) poteva fare di più?
Perché è scoppiata la guerra?
Perché è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina? Come siamo arrivati a questo? La guerra si poteva evitare? Gli sforzi dei leader europei e Usa di risolvere la questione per via diplomatica non sono serviti. Ma per capire la crisi Ucraina bisogna fare un passo indietro e tornare al 2014.
L’Ucraina per anni è stata sotto l’orbita dell’Unione sovietica. Solo nel 1991 diventerà indipendente. Ne seguiranno anni difficili, in cui vita ed economia peggiorano. Anche la stabilità politico-sociale comincia a oscillare tra chi è più vicino all’Unione europea e chi, al contrario, alla Russia (soprattutto nella zona sud-est, nonché nel Donbass).
Inizia tutto nel febbraio del 2014 con la rivolta di Maidan, la grande piazza centrale di Kiev. Viktor Yanukovich, presidente filorusso, scappa a Mosca, perché contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Nasce un governo filoeuropeo staccato da Mosca. Ne conseguì la prima reazione di Putin: invadere la Crimea filorussa, penisola dell’Ucraina meridionale, oggi Repubblica autonoma federata alla Russia. Poi insorgere nel Donbass.
Appena eletto, l’ex presidente ucraino Poroshenko lancerà un’operazione anti-terrorista, cercando di riprendersi le città del Donbass, finite in gran parte in mano ai separatisti.
Il 6 aprile 2014, armati filorussi assaltano i palazzi del governo centrale nell’Est, appropriandosi di alcuni palazzi dell’Ucraina orientale. Intanto Donetsk e Luhansk si dichiarano indipendenti dall’Ucraina.
Gli accordi di Minsk
Gli scontri “si fermarono” con gli accordi di Minsk nel 2015, firmati da Russia e Ucraina. Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all’Ucraina, in cambio di maggiore autonomia.
Questi accordi non sono mai stati rispettati in realtà.
Francia e Germania si impegnarono con Russia e Ucraina (il cosiddetto quartetto Normandia) per Minsk 2. L’Ucraina accusa la Russia di non avere mai ritirato le truppe. La Russia al contrario accusa Kiev di essere fantoccio dell’Occidente. L’ultima “pace” di Parigi risale al 2019.
Tra offensive, controffensive e tregue, incomincerà una lunga serie di stragi, dal rogo di Odessa all’abbattimento del Boeing malese con 298 persone a bordo avvenuto il 17 luglio 2014.
La Russia, pur essendo un firmatario non ha mai riconosciuto il proprio ruolo nel conflitto. In effetti, la parola “Russia” non compare da nessuna parte nel testo. Da allora, questo ha permesso al Cremlino di sostenere di essere solo un osservatore e che l’accordo riguardi il governo ucraino.
L’Ucraina verso la Nato e il no di Putin
L’Ucraina già nel 2008 lavorava per entrare nella Nato. Ma l’Alleanza Atlantica accetta solamente Paesi che non sono coinvolti in conflitti. Percorso difficile, che Kiev dovrebbe, inoltre risanare con nuove riforme politiche e militari.
Anche Putin si oppone fermamente all’entrata dell’Ucraina nella Nato. Questa è una delle motivazioni al perché è scoppiata la guerra. L’Ucraina per Putin non ha statalità: tradotto non ha niente di suo, ma tutto ciò che ha è un regalo dell’Unione sovietica. Inoltre, il presidente russo condanna al popolo ucraino di essere troppo vicino all’Occidente. Putin teme che gli Usa possano servirsi del territorio ucraino per stabilire basi e radar, come quelli dispiegati in Romania e in Polonia.
La posizione degli Stati Uniti
Perché è scoppiata la guerra? Importante è che anche capire la posizione degli Stati Uniti, storici nemici della Russia di Putin sin dai tempi della guerra fredda.
Potevano fare altro gli Usa? Si sono dimostrati sicuramente troppo leggeri nella questione. Da alcuni anni non era nei loro interessi portare l’Ucraina nella Nato. Eppure non hanno cambiato l’atteggiamento. L’Ucraina è stata totalmente abbandonata.
«L’errore degli Stati Uniti è stato quello di non inviare un numeroso quantitativo di armi prima che tutto questo accadesse. Era qualcosa che si poteva fare, essendo l’Ucraina un Paese indipendente. La ragione per cui quella mossa non è stato operata? Si pensava che, essendoci un accordo, i russi non avrebbero invaso. Ma l’accordo è decaduto, con la sorpresa di tutti, compresa quella dei capi militari».
Il fallimento della trattativa tra Putin e Biden
Tra la fine di gennaio e metà febbraio gli americani hanno trattato seriamente con i russi, hanno anche fatto promesse che, però, Putin pretendeva nero su bianco. La trattativa tra Mosca e Washington è andata avanti almeno tre mesi e si è arenata sulle richieste impossibili di Putin.
La Russia, però, mise realmente per iscritto il concordato. Gli Usa se ne sono fregati delle richieste, Biden ha preso un po’ di tempo decidendo di non firmare nessuna richiesta. La guerra si poteva evitare?
«La Russia ha negoziato concretamente con gli americani perseguendo obiettivi massimalisti: neutralità sine die dell’Ucraina, revisione totale dell’impianto securitario nell’Europa centrorientale, cioè la Nato deve smetterla con la politica della porta aperta, via le batterie missilistiche dalla Romania e quelle in costruzione in Polonia, concordare ogni operazione militare, revisione dei trattati balistici»
Ha sottolineato il giornalista e analista internazionale Dario Fabbri: «Impossibile per gli Usa. A questo punto cambia il calcolo di Putin, la svolta è il riconoscimento delle sedicenti repubbliche del Donbass. Non basta questo. A Putin non basta controllare da remoto l’Ucraina impedendole di entrare nella Nato, vuole di più, vuole imporre il cambio di regime a Kiev». Si poteva evitare tutto questo e la guerra? L’occidente poteva fare di più?
La (non) espansione della Nato verso est
Dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) i leader dei maggiori paesi della Nato avevano promesso a Mosca che l’Alleanza atlantica non sarebbe avanzata verso Est «neppure di un centimetro». Una promessa smentita dai fatti, visto che da allora ben 14 paesi sono passati dall’ex impero sovietico all’alleanza militare atlantica. Ma Jens Stoltenberg ha dichiarato che nessuno mai ha fatto queste promesse all’Unione sovietica.
La storia degli ultimi 30 anni racconta però altro: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca sono entrate nella Nato nel 1999, poco prima della guerra contro la Jugoslavia. Lituania, Lettonia ed Estonia, confinanti con la Russia, lo hanno fatto nel 2004.
Da qui le contromosse di Putin: la guerra in Georgia, l’occupazione della Crimea, l’appoggio ai separatisti del Donbass, lo schieramento di oltre centomila soldati al confine con l’Ucraina, infine la dura linea diplomatica con cui ha ribattuto alle minacce di sanzioni da parte di Usa ed Ue: «Mosca è stata imbrogliata e palesemente ingannata».
La Nato ora ha chiarito che non ci sono piani per inviare truppe da combattimento in Ucraina. La risposta quindi sarà penalizzare la Russia attraverso le sanzioni.
Romano Prodi: «L’Ue già nel 2008 non voleva l’Ucraina nella Nato»
Romano Prodi, che è stato presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004, ha dichiarato qualche giorno fa che la stessa nel 2008 votò un ordine del giorno per non annettere la Georgia e l’Ucraina alla Nato: «Non ce l’hanno imposto i russi, era una volontà di tutta l’Europa per lasciare un Paese cuscinetto».
L’avanzata di Putin non è assolutamente giustificabile. I problemi non si risolvono con le armi. Ma la guerra in Ucraina si poteva evitare? L’Occidente poteva fare di più?
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