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I politici italiani filo Putin: ecco le diverse posizioni

Le personalità simpatizzanti del presidente russo Vladimir Putin: ecco le diverse posizioni

Quali sono i politici italiani filo Putin e le amicizie nel nostro Paese con il capo del Cremlino?

Dall’ambiguità di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini al clima filo russo creatosi all’interno de Il Fatto Quotidiano.

Vladimir Putin e l’amicizia con Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi nelle ultime ore è stato messo sotto accusa per le dichiarazioni fatte contro Joe Biden e il segretario Nato Jens Stoltenberg. «Con tali premesse il signor Putin non si siederà mai a un tavolo. Il capo di una potenza mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra, gli ha detto che doveva andar via dal governo. Il segretario della Nato ha detto che l’Ucraina mai più sarà unita alla Russia e così sarebbe per le due repubbliche del Donbass, la cui indipendenza non sarà riconosciuta».

Poche volte il leader di Forza Italia si è espresso in merito alla guerra in Ucraina. Queste sono state le sue parole più forti.

Un’amicizia durata oltre vent’anni, infatti, ha legato Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, anche se ora, ovviamente, non sembrano esserci rapporti tra i due leader. Centinaia di immagini ritraggono il leader di Forza Italia e il Presidente russo.

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Matteo Salvini e quelle volte in cui ha elogiato Putin

Il leader della Lega ha espresso diverse volte la sua condanna verso la guerra in Ucraina. Tanto da essere andato a inizio marzo in Polonia per una «missione di pace» fallimentare, che, infatti, non è finita troppo bene. Con il viaggio Matteo Salvini ha perso circa 260 mila voti, affrontando, quindi, uno dei peggiori momenti del suo partito.

Non solo i social, ma anche il sindaco di Przemysl (cittadina a pochi chilometri al confine con l’Ucraina) hanno mostrato una maglietta con la scritta “Esercito di Putin” e il volto del presidente russo, simile a quella indossata anni fa dal leader della Lega. Sì, perché in molti si ricordano di quando Matteo Salvini era un forte sostenitore di Vladimir Putin.

«Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!» disse il capo del Carroccio nel 2015, quando l’attuale presidente della Repubblica era appena stato eletto per la prima volta.

Era il 18 ottobre 2014 e il leader della Lega twittava: «Farei cambio tra Renzi e Putin domattina, altro che dittatore».

Ma Matteo Salvini all’epoca era anche contro le sanzioni Ue alla Russia. Oggi condanna l’invio di armi all’Ucraina: «Se andiamo avanti così, tra sei mesi conteremo milioni di morti».

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Politici filo Putin nel M5s

L’ex grillino Alessandro Di Battista non si è tirato indietro sulle sue posizioni russofile e anti-Nato. L’ex grillino aveva, infatti, scritto sui social: «La Russia giustamente chiede garanzie. Un’eventuale entrata dell’Ucraina nella Nato rappresenterebbe una minaccia inaccettabile per Mosca».

Vito Petrocelli è stato messo alle porte del Movimento 5 stelle a causa delle sue posizioni pro Putin e delle sue dichiarazioni a sostegno del Cremlino. L’ex presidente della Commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli ha lasciato il gruppo del M5s per aderire a quello di Costituzione Ambiente e Lavoro.

Il clima filo russo al Fatto Quotidiano

L’ex parlamentare di sinistra Furio Colombo non si tira indietro e si sfoga rivelando il clima filorusso creatosi all’interno del Fatto Quotidiano: «Non poteva funzionare. C’era il macigno delle falsità sull’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, come raccontata da Orsini, e sui nazisti in Italia come raccontati da Fini»

Così l’ex direttore dell’Unità se n’è andato dal giornale di Marco Travaglio: «Il quotidiano che avevo contribuito a fondare tredici anni fa ha preparato una grande festa di ‘incoronazione’ per il nuovo personaggio della politica italiana, il professore Orsini» ha attaccato Colombo facendo riferimento ad Alessandro Orsini: «Un’epoca brutta perché è caratterizzata dall’alterazione della verità».

Ma su queste dichiarazioni Furio Colombo non ha trovato alcuna difesa da parte di Marco Travaglio, che, al contrario, ha difeso Orsini e Massimo Fini, editorialista che Colombo aveva attaccato per le sue ricostruzioni storiche.

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Editor: Vittoria Ferrari

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