Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
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Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni

Alessandra Todde presidente in Sardegna. Cambia il vento. Primo passo. E ancora molte altre potrebbero essere e sono state le formule usate per celebrare la vittoria della candidata del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali svolte sull’isola nella giornata di domenica 25 febbraio 2024.

Se l’esito di per sé storico, la Todde infatti è la prima donna eletta governatrice della Regione Sardegna e la prima esponente del Movimento 5 Stelle a guidare una Regione, è stato risicato nei punti, con appena lo 0.3% di vantaggio sul candidato del centro destra Paolo Truzzu, forse ancor più significativo il risultato elettorale isolano lo diventa per i risvolti politici nazionali che potrebbe andare ad assumere.

Il successo della Todde, abbinato alla sconfitta di Truzzu, rischia di creare un forte contraccolpo in seno al Governo. Tutto ciò forse non tanto per l’epilogo finale, comunque importante e consistente, ma soprattutto per il modo in cui ci si è giunti.

La premier Giorgia Meloni ha subito un vero e proprio fuoco amico, il cui principale artefice porta nome e cognome ben precisi, quelli del vice premier Matteo Salvini. Appare quanto mai incrinato infatti il rapporto Salvini-Meloni in merito a diversi aspetti chiave del quadro socio-politico del Paese. E la gestione dell’elezione in Sardegna non pare in tal senso aver riavvicinato i due leader.

Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni – Paolo Truzzu

Sconfitta della Meloni e di Truzzu: la Todde presidente in Sardegna. I numeri

Circa 3000 voti. Tanti sarebbero quelli che hanno segnato la sconfitta di Paolo Truzzu, e garantito invece il successo ad Alessandra Todde. Sono i numeri perciò a dare conferma di una sconfitta quasi cercata dalla Destra, che al di là della rimonta targata Pd e Movimento 5 stelle è arrivata per l’incapacità di fare fronte comune.

Ancora le cifre infatti mostrano in modo evidente come a segnare la sorte elettorale del candidato fortemente voluto da Giorgia Meloni siano stati i voti finiti comunque a Destra ma non a favore del beniamino del presidente del Consiglio.

Oltre 5000 sarebbero le schede sulle quali il simbolo crocettato riconduceva ad uno dei partiti di Governo, senza tuttavia indicare il nome di Truzzu quale futuro governatore della Sardegna. Occorre un semplice e banale calcolo per evidenziare come proprio questi elettori disgiunti abbiano in qualche modo segnato le sorti dell’intero voto.

Ciò che appare probabile è che all’interno di tale calderone di preferenze la maggior parte sia riconducibile alla Lega di Matteo Salvini e al Partito Sardo d’Azione facente capo all’ex governatore Christian Solinas, bocciato da Meloni alla vigilia delle elezioni. Di fatto dunque la mancata coesione interna ai partiti tutt’oggi al Governo ha inevitabilmente condizionato l’esito finale delle votazioni sull’isola.

Alleanza e spirito di squadra mostrati invece a Sinistra hanno fatto la differenza. La preventiva decisione di scegliere quale nome forte quello di Alessandra Todde è stato di per sé un segnale di compattezza che ha, col senno di poi, ripagato pienamente.

Ex vice presidente del Movimento 5 Stelle, ma appoggiata pure da Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra, la nuova governatrice della Regione Sardegna ha saputo convogliare su di sé le esigenze elettorali di un vasto pubblico.

Ancora più significativi questi numeri lo sono se si sottolinea come la Todde abbia ottenuto più preferenze rispetto al totale delle sue liste. Questo dato riletto al contrario conduce ad un’altra conclusione piuttosto sorprendente: il neo governatore sardo ha conquistato meno voti delle liste correlate al candidato sconfitto.

A pesare in tal senso sarebbe dunque proprio la distribuzione varia e decisamente sparsa che ha frammentato le liste della Destra. Su tutte proprio la Lega ha in qualche modo inciso più in profondità. Il partito guidato da Matteo Salvini ha fatto registrare poco più di 25 mila voti, risultando in forte crisi.

Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni

La Todde presidente in Sardegna: i voti partito per partito

Detto dell’esito finale delle elezioni regionali sarde un’analisi interessante e decisamente illuminante circa le preferenze emesse dalla popolazione isolana la può dare l’attenta valutazione circa i voti ottenuti dai singoli partiti in lista.

Facendo un confronto con le ultime urne datate 2019 appare grosso modo stabile la posizione del Partito Democratico. Una soddisfatta Elly Schlein con il 13.8% dei voti resta vicina al 13.47% di 5 anni fa. In leggero calo ma allineato ai numeri precedenti anche il Movimento 5 Stelle che passa dal 9.7% del 2019 al 7.8% attuale.

Similari i dati degli altri partiti di Sinistra, e così pure di Forza Italia che passa dal 8% al 6.3%. Ma a fare davvero scalpore, e a spiegare in modo inequivocabile dove sta concretamente l’esito finale di queste elezioni regionali sono i valori relativi a Fratelli d’Italia e Lega.

Il partito di Giorgia Meloni ha quasi triplicato le proprie adesioni passando dal 4.7% del 2019 al 13.6% odierno, che ne fa il secondo preferito dalla gente dell’isola mediterranea. Diametralmente opposta la situazione del Carroccio.

Il gruppo di Salvini crolla nelle percentuali, traslando dal 11.4% di cinque anni fa al 3.8% di oggi, ma pure nei numeri avulsi: gli 81 mila voti dell’ultima corsa alle urne sono diventati appena 25 mila. Pure il partito del presidente uscente Solinas ha fatto registrare un pesante tonfo: 70 mila consensi sono evaporati, tramutandosi in appena 37 mila stabiliti domenica 25 febbraio.

Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni

Sconfitta della Meloni e di Truzzu: la Todde presidente in Sardegna. Le voci

Il risultato delle elezioni regionali in Sardegna è importante e apre potenziali scenari ampi anche per ciò che riguarda il contenitore politico nazionale. Le ripercussioni che questa vittoria o sconfitta, a seconda dei punti di vista, può portare in dote potrebbero infatti rivelarsi piuttosto forti.

La debacle sarda avrebbe in particolare fatto salire ai massimi termini la tensione, già alta in precedenza, nella Maggioranza. In modo specifico ai ferri corti ci sarebbero Giorgia Meloni e Matteo Salvini, le cui diverse opinioni circa voto e candidati hanno in qualche maniera condizionato inesorabilmente le elezioni. E forse fin dal loro avvio.

Nei commenti e nelle dichiarazioni del day after traspare comunque una certa dose di sicurezza e la sconfitta viene accettata e archiviata con equilibrio, perlomeno apparente. E perlomeno tale sarà tenuto e costruito sino al prossimo 10 marzo, quando toccherà agli abitanti dell’Abruzzo andare alle urne regionali.

La sconfitta è mia responsabilità, a Cagliari voto contro di me. Nessun riconteggio, ma valuteremo se fare ricorso. Ho chiamato Todde per farle i complimenti

Queste le prime parole pronunciate dal grande sconfitto Truzzu, definitosi quale unico responsabile del risultato negativo. Minimizza la portata del voto anche lo stesso numero uno della Lega, che nel frattempo ha pranzato con la premier e con il leader di Forza Italia, Antonio Tajani. Probabile che argomento principe dell’incontro sia stata proprio la gestione claudicante delle elezioni regionali sarde.

Dopo cinque vittorie consecutive una sconfitta ci può stare, quando il popolo vota ha sempre ragione. Quando si vince si vince tutti insieme, quando si perde si perde tutti insieme

Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni

Così Matteo Salvini, che prova prima a fare fronte comune ma che poi litiga con Raffaele Fitto, iscritto a Fratelli d’Italia ed ex presidente della Regione Puglia. Il risultato espresso in Sardegna e frutto del voto disgiunto avrebbe inasprito animi già piuttosto accesi in seno all’esecutivo.

Bisogna riflettere su quanto successo e imparare dai propri errori. Il governo è comunque saldo al suo posto. Questo non è un dato elettorale che può impensierire il governo né toccarne l’azione

Con queste dichiarazioni getta acqua sul fuoco anche Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Decisamente di differente tono invece è la voce della nuova governatrice di regione, Alessandra Todde, che ha commentato a caldo il proprio trionfo:

Questa è una pagina storica per la Sardegna. Ringrazio tutta la mia coalizione perché sono stati qua, li vedete, sono stati tutta la giornata, mi hanno sempre supportato ed è la dimostrazione che questo è un grandissimo progetto di squadra

Eco alla prima donna leader in Sardegna l’hanno fatta i sostenitori Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Al fianco della neo vincitrice i due leader politici si sono detti soddisfatti e pronti ad esportare tale successo anche in campo nazionale.

Cambia il vento. È il modo migliore per festeggiare l’anniversario della mia vittoria alle primarie. Ci abbiamo creduto come coalizione

Così la segretaria del Pd ha deciso di commentare l’esito delle elezioni già pochi minuti dopo la loro conferma ufficiale. Fulcro posto sui concetti di squadra e di coalizione, armi in più per vincere in Sardegna e forse strumenti fin qui mancati alle forze di Sinistra.

È una giornata indimenticabile. I sardi hanno aperto la porta all’alternativa

Parole queste ultime volte al rinnovamento regionale ma pure in prospettiva a quello dell’intero Bel Paese, e rilasciate ai microfoni dei giornalisti dal numero uno del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. L’ex premier è accorso, insieme alla Schlein, al fianco della Todde per celebrarne la vittoria.

Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni
Todde presidente in Sardegna: il fuoco amico di Salvini affossa la Meloni – Alessandra Todde

Conclusione: Alessandra Todde presidente in Sardegna, ma è il fuoco amico di Matteo Salvini ad affossare Giorgia Meloni, e a portare alla risicata sconfitta di Paolo Truzzu

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