Inchiesta dossieraggio: ora Cantone e Melillo vanno dal Copasir
Inchiesta dossieraggio, ora il Parlamento vuole vederci chiaro e chiede audizione ai magistrati Cantone e Melillo. Il caso della rete di personaggi spiati sta destando grande dibattito all’interno dell’opinione pubblica. Le indagini che hanno coinvolto in primo piano il finanziere Pasquale Striano ed il pm antimafia Antonio Laudati, vedono pure cinque cronisti
A questi Striano ha inviato centinaia di documenti riservati, ma ora l’ex Capo dell’ANAC e il suo braccio destro. Per chiarire, per distinguere. Soprattutto per spegnere l’allarme lanciato dagli stessi giornalisti indagati, che si sentono vittima di una persecuzione giudiziaria.
Inchiesta dossieraggio: Raffaele Cantone e Giovanni Melillo dal Copasir
Un nuovo scandalo giudiziario è scoppiato con l’inchiesta dossieraggio. Si tratta di una presunta azione di spionaggio improprio da parte di personalità della Guardia di Finanza e della Procura Nazionale Antimafia nei confronti di personaggi pubblici. Politici (in particolar modo della maggioranza di governo) ma anche celebrità dello spettacolo e dello sport.
Onde evitare nuove polemiche fra le varie forze politiche (con il centrodestra già pronto a riproporre la solita “minestra riscaldata” della magistratura politicizzata per colpire solo ed esclusivamente una parte politica) ora “scendono in campo” i due principali magistrati che hanno a che fare con questo argomento particolare: Cantone e Melillo.
I due giudici hanno chiesto esplicitamente al Copasir per rendere meglio delle loro ragioni. Cantone e Melillo intendono spiegare ai parlamentari del Copasir e della Commissione antimafia, oltre ai colleghi del Csm, per distinguere. Si vuole spiegare cosa sia stato un possibile dossieraggio (quattro soli casi, legati all’attività di Laudati ma estranei alle relazioni con la stampa) e che cosa invece possa essere motivo di reato come la sistematica violazione delle banche dati della Direzione nazionale antimafia.
Questa seconda strada è infatti un’azione da parte degli indagati priva di qualsiasi reale ragione investigativa, ma concepita — è questa l’accusa mossa dagli inquirenti di Perugia — solo per divulgare atti riservati e screditare ministri, sottosegretari, calciatori, esponenti politici, nomi noti dell’economia e dello spettacolo.
Una volontà di fare chiarezza, in quanto tra le decine di personaggi illustri finiti nell’inchiesta dossieraggio c’è anche il ministro della Difesa Guido Crosetto. In una nota congiunta pubblicata dai due magistrati Cantone e Melillo, si legge senza troppi giri di parole:
Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’audizione degli scriventi al fine di rendere le informazioni sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio di esponenti politici.
Al di là dell’intenzione dei due magistrati di fare chiarezza, ancora una volta emerge che in Italia diversi dati sensibili possono essere sfruttati per il proprio tornaconto personale e non tengono conto della privacy dei cittadini. Insomma, è troppo facile e rischioso fare dossieraggio.
Inchiesta dossieraggio: chi è stato spiato
L’inchiesta dossieraggio vede coinvolti molte persone della vita pubblica del paese. Esponenti della maggioranza attualmente al governo ma anche dell’opposizione, ma anche del mondo dello spettacolo e dello sport. L’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. La deputata e moglie di Sivio Berlusconi, Marta Fascina. I ministri Guido Crosetto, Alfredo Urso, Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto Fratin, Marina Elvira Calderone, i sottosegretari Giovanbattista Fazzolari, Claudio Durigon e Andrea Delmastro.
E ancora il deputato Fabio Rampelli, Denis Verdini, l’avvocato Piero Amara, Olivia Paladino, la compagna di Giuseppe Conte, Irene Pivetti, Marco Carrai, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina e l’imprenditore Gaetano Caltagirone. Si fanno i nomi anche di Andrea Agnelli, Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo.
Conclusioni inchiesta dossieraggio, ora i magistrati dell’ANAC vogliono parlare al Copasir
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